Visita Basilicata: chiese e santuari

Chiese e santuari Convento dei Frati Riformati, Ex Convento di San Francesco

Convento dei Frati Riformati, Ex Convento di San Francesco

Pomarico


Fondato nel 1603 il complesso conventuale fu poi ingrandito e impreziosito dal ciclo pittorico nelle lunette di uno dei due chiostri e dalla fondazione di una notevole biblioteca. La Chiesa di Sant’Antonio fu realizzata anch’essa nel 1603 fa parte del Convento dei Padri Francescani Riformati. Essa presentava originariamente un impianto a navata centrale dotata di tre altari disposti a destra e a sinistra. Il recente restauro ha eliminato i tre altari a destra dell’entrata rivelando una più ridotta navata laterale che conduce alla sagrestia. La navata centrale culmina nel presbiterio in posizione leggermente rialzata rispetto al piano della navata esso ospita un altare in pietra decorato e dipinto a tarsia marmorea. L’abside ospita un coro ligneo intagliato ed intarsiato opera di Antonio la Raja da Laurenzana del XVIII sec. e una serie di tele. L’altare presenta due paliotti in pietra decorata con girali a motivi vegetali mentre nel centro su fondo scuro prevalgono motivi floreali e animalistici. L’impianto decorativo rimanda a modelli utilizzati per tessuti ed arazzi tipici dell’epoca riproducendo la tarsia marmorea considerata evidentemente più esosa dalla committenza. Gli altari in pietra scolpita e dipinta sono opera di artisti locali ad imitazione degli altari in tarsia marmorea di scuola napoletana del XVIII sec. La parte esterna è costituita da muratura in mattoni e pietra antica.

Chiese e santuari Complesso dei Padri Riformati

Complesso dei Padri Riformati

Salandra


Il Complesso dei Padri Riformati fu edificato a partire dal 1573 dai Revertera precisamente per volere del Duca Francesco Revertera signore di Salandra. Il convento dedicato inizialmente a Sant Antonio da Padova e poi a San Francesco comprendeva un seminario e fu a lungo sede di Università di Teologia. Esso costituiva un oasi di pace e di serenità per gli studenti che erano applicati non solo alla Filosofia ed alla Teologia ma anche alle belle arti come si è potuto desumere dalle pregevoli opere pittoriche scultoree ed architettoniche che hanno adornano la Chiesa e i locali del Convento. In questo ambiente d intensa vita culturale ed ancor più di elevato ardore spirituale si sviluppò la personalità di Padre Serafino della Salandra che coltivò particolarmente gli studi teologici ma assecondò anche le attitudini poetico letterarie. Egli fu autore della tragedia sacra L’Adamo Caduto del 1600 da cui parrebbe secondo le tesi di eminenti studiosi abbia tratto ispirazione John Milton per il suo Paradiso Perduto . La chiesa di Sant Antonio annessa al convento è caratterizzata da un elegante portale settecentesco abbellito da sculture raffiguranti due leoni in stile romanico. Al suo interno vi sono numerose opere di interesse artistico tra cui un antichissimo organo collocato sulla cantoria posta sulla porta maggiore e racchiuso in una pregevole cassa di risonanza a struttura tipicamente cinquecentesca con prospetto a cinque campate e ad organetti morti. Di notevole splendore è anche il chiostro della suddetta chiesa. Attualmente il Convento è la sede del Municipio.

Chiese e santuari Basilica Pontificia Minore di Sant’Egidio Abate

Basilica Pontificia Minore di Sant’Egidio Abate

Latronico


La chiesa dedicata al Santo Patrono è a tre navate divise da sei colonne con capitelli dorici. Sulle prime due colonne della navata centrale sono ubicate due acquasantiere datate 1859 realizzate con marmo locale. Nel transetto a destra c’è una tela ad olio del XVIII sec. raffigurante Sant’Alfonso. Si notano sulle pareti laterali dell’abside le tele dipinte ad olio Sant’Egidio nella gloria di Emilio Larocca di Trecchina e il polittico Vita di Sant’Egidio realizzato dal Latronichese Egidio Viola. Nel transetto a sinistra si può ammirare l’affresco del XVIII secolo Incontro di Sant’Egidio col re Wamba dal quale dal 1709 trasuda in uno dei venerdì della Quaresima il miracolo della Santa Manna. La parete si riempie di un liquido inodore e incolore di tantissime goccioline definite Manna . In una nicchia invece è ubicata la statua del Santo risalente al 1570. La Chiesa di Sant’Egidio fu proclamata Basilica Minore da Pontefice Paolo VI nel 1971. La costruzione così come si presenta oggi è il risultato dei diversi interventi di ricostruzione che dovette subire a causa degli eventi sismici che in diversi anni hanno colpito il territorio. La ricostruzione a seguito dei terremoti del 1837 e del 1857 venne ultimata nel 1859.

Chiese e santuari Basilica Pontificia Cattedrale di Maria Santissima della Bruna e Sant'Eustachio

Basilica Pontificia Cattedrale di Maria Santissima della Bruna e Sant'Eustachio

Matera


La cattedrale fu costruita in stile romanico pugliese nel XIII secolo sullo sperone più alto della Civita che divide i due Sassi. Sorta sull area di un precedente castello Normanno e come attestano recenti scavi su un precedente luogo di culto paleocristiano è la più maestosa cattedrale della regione. Sull area dell antico monastero benedettino di Sant Eustachio protettore della città dove già tra il 1093 e il 1094 aveva soggiornato papa Urbano II la cattedrale fu edificata a partire dal 1230 alcuni anni dopo che papa Innocenzo III aveva elevato la città di Matera al rango di arcidiocesi in unione con Acerenza fu eretta per volere dell Imperatore Federico II di Svevia. Completata nel 1270 la nuova cattedrale fu dedicata originariamente a santa Maria di Matera. Successivamente in un testamento del 1318 risulta intitolata a santa Maria dell Episcopio e dal 1389 anno in cui papa Urbano VI già arcivescovo di Matera istituì la festa della Visitazione fu intitolata a santa Maria della Bruna anch essa protettrice della città. Infine a partire dal 1627 mons. Fabrizio Antinori arcivescovo di Matera intitolò la cattedrale di Matera alla Madonna della Bruna ed a sant Eustachio. A differenza dell interno che nel tempo ha subìto diverse trasformazioni l esterno conserva quasi intatta la sua forma originaria. La facciata è dominata dal rosone a sedici raggi sormontato dall arcangelo Michele che schiaccia il drago ai lati vi sono due figure maschili ed in basso un altra che funge da atlante. Il rosone è affiancato da 4 colonnine mentre dal frontone scendono altre 12 colonnine pensili simboleggianti rispettivamente i 4 evangelisti ed i 12 apostoli sostenute da telamoni. Al centro della facciata vi è la porta maggiore chiusa da un arco a tutto sesto con la statua della Madonna della Bruna nella lunetta. Ai lati della porta vi sono le statue dei santi Pietro e Paolo mentre alle estremità della facciata quelle seicentesche in altorilievo dei santi Eustachio e Teopista. Nella facciata destra posta su piazza Duomo vi sono altre due porte delle quali la più caratteristica è quella posteriore detta porta dei leoni per i due leoni scolpiti nella pietra che la fiancheggiano accovacciati reggendo le colonne. Nella lunetta sormontante l altra porta detta porta di piazza è inserito un bassorilievo raffigurante Abramo padre delle tre religioni monoteistiche tutte presenti in città all epoca della costruzione. Sul lato posteriore sinistro vi è il campanile coevo alla chiesa alto 52 metri ed a quattro piani di cui tre con bifore ed il quarto con monofore sormontato da una piramide di epoca posteriore. L interno a croce latina a tre navate è un luminoso tripudio barocco. Non mancano preziose opere dei secoli precedenti come il grande presepe cinquecentesco in pietra dura di Altobello Persio e Sannazaro di Alessano la cappella rinascimentale dell’Annunziata di Giulio Persio l’affresco duecentesco della Madonna della Bruna. A destra dell’ingresso principale si trova un documento della decorazione originaria della chiesa il Giudizio Finale di Rinaldo da Taranto mentre alcuni dei capitelli istoriati raffigurano i committenti. In fondo alla navata sinistra si intravedono oltre il pavimento di vetro gli ambienti affrescati di due cappelle preesistenti. Il 2 luglio 1962 papa Giovanni XXIII la elevò alla dignità di basilica minore. Nel 1991 ricevette la visita di papa Giovanni Paolo II.

Chiese e santuari Chiesa Madre di San Giacomo Maggiore

Chiesa Madre di San Giacomo Maggiore

Pietrapertosa


Situata nel cuore del borgo di Pietrapertosa la Chiesa Madre di San Giacomo Maggiore risale al XV secolo. L originario impianto romanico si è conservato integro soprattutto nell aspetto massiccio delle strutture murarie che con i restauri più recenti sono state riportate allo stato di pietra a vista in modo da restituire alla chiesa l antica solennità medievale. La struttura nasce come fortezza medioevale e secondo lo studioso Giacomo Racioppi prima di divenire una Chiesa intitolata a San Giacomo questo edificio fosse una delle tre fortificazioni del borgo all epoca del Longobardo Principato di Salerno. La fortezza divenne chiesa dedicata a San Giacomo in epoca normanna tra l’XI e il XII sec. Secondo alcune ipotesi la trasformazione avvenne in seguito alla annessione di Pietrapertosa alla metropoli ecclesiastica di Acerenza. Intorno al 1100 1200 la Chiesa fu devastata da un incendio che la distrusse parzialmente tanto da richiedere alcune modifiche: la navata minore sinistra venne infatti sostituita dal campanile la cupola fu abbassata e fu aggiunta una piccola abside oltre il presbiterio. Alle spalle del presbiterio si può ammirare una piccola cella con affreschi raffiguranti il Giudizio universale e alcune scene della vita di Gesù ed un cinquecentesco coro ligneo. L organismo ecclesiastico attualmente è composto della Chiesa ad originario impianto basilicale paleo cristiano un campanile di schema romanico postumo rispetto alla Chiesa e di una cripta sotterranea. Internamente la planimetria è costituita da due sole navate separate da un ordine di cinque grandi archi. Il presbiterio è rialzato di tre gradini rispetto al piano di calpestio della navata. Il complesso anche se rimaneggiato pare aver mantenuto le caratteristiche proprie di un monumento romanico.

Chiese e santuari Monastero di Santa Maria d'Orsoleo

Monastero di Santa Maria d'Orsoleo

Sant'Arcangelo


La soppressione degli ordini monastici del 1861 provocò il definitivo declino e un progressivo L’abbazia di Santa Maria d’Orsoleo venne edificato nel 1474 da Eligio II della Marra principe di Stigliano e conte di Aliano ampliando una precedente Cappella del XII secolo. Una delle leggende che circondano le origini del luogo vuole che la costruzione sia nata come ringraziamento di Eligio per il sostegno e il coraggio che la Madonna gli avrebbe infuso per affrontare e uccidere il drago che infestava le zone circostanti. A un epoca precedente invece e forse al Duecento si ritiene risalga l antica statua lignea della Madonna di Orsoleo che ancora oggi viene venerata e si festeggia ogni anno l 8 settembre. Della chiesa che la ospita annessa al complesso e riccamente decorata interessante dal punto di vista artistico è il coro ligneo dietro l altare maggiore che fra le figure scolpite presenta anche una Madonna col Bambino seduta tra rami di un albero e con ai piedi un orso e un leone. Nel corso degli anni il monastero venne ristrutturato e ampliato infatti era corredato da una biblioteca una farmacia un mulino un forno una nevera un frantoio e due cisterne. Gli ambienti furono inoltre arricchiti da un ciclo di affreschi del pittore lucano Giovanni Todisco di Abriola raffiguranti episodi della vita dei santi e di Cristo come l Adorazione dei Magi dove è riportata la firma del pittore oltre a scene del Trionfo della Morte e della Fede. La vicina Torre Molfese posta lungo la strada che conduce al monastero si ritiene possa essere stata in origine una torre d avvistamento a protezione dei viandanti diretti al convento. Oggi dopo un approfondito restauro cominciato nel 1988 l ex monastero ospita anche un Museo Scenografico che grazie a moderne installazioni multimediali permette di conoscere il luogo e la vita monastica che vi si è svolta. Visite guidate tematiche aperture speciali eventi laboratori e attività dedicate alle famiglie ai bambini ai gruppi. Il percorso museale scenografico offre ai visitatori un’esperienza straordinaria di scoperta e meraviglia un viaggio spirituale nella Basilicata del passato e del presente. Narrazioni sonore video istallazioni effetti scenografici ologrammi e filmati in 3D narrano ed evocano le origini la vita quotidiana la memoria viva del convento francescano e dei culti praticati in queste terre dall’antichità più remota.

Chiese e santuari Chiesa e Convento di Santa Chiara

Chiesa e Convento di Santa Chiara

Tricarico


La chiesa di Santa Chiara è un gioiello della città di Tricarico e della Basilicata. Il monastero delle Clarisse fu fondato nel 1333 da Sveva de Bethsan vedova di Tommaso II Sanseverino conte di Tricarico con l ausilio del re di Napoli Roberto d Angiò in quello che fu il castello normanno. In questo monastero venivano ordinate suore le figlie di molti nobili e facoltosi della zona e per entrarvi era necessario portare una ricca dote motivo per cui negli anni il monastero ha potuto essere annoverato tra i più ricchi del meridione con estesi possedimenti in innumerevoli centri non solo lucani infatti sua era l intera foresta di Gallipoli Cognato. Il monastero fu negli anni ingrandito per ospitare un numero sempre maggiore di monache tanto che si arrivò ad inglobare la parte finale della via Monte che costeggiava le mura dell antico maniero e che oggi costituisce il corridoio centrale del convento. La chiesa in origine di stile gotico e dedicata ai Santi Pietro e Paolo è ad aula unica con un controsoffitto ligneo a cassettoni e le pareti ornate da stucchi e oro zecchino. Conserva un settecentesco organo a mantice in legno dipinto e nella sagrestia un pavimento maiolicato policromo. Un arcone cinquecentesco sorregge il coro dal quale le Clarisse potevano assistere alla messa. Attigua alla chiesa troviamo la Cappella del Crocifisso a pianta quadrangolare completamente affrescata dal pittore Pietro Antonio Ferro nel 1611. Vi si custodisce un crocifisso ligneo della seconda metà del Seicento commissionato dalla badessa Giulia Revert ra. A seguito di interventi di consolidamento e restauro della chiesa che hanno necessitato la rimozione di uno degli altari posti lungo le pareti laterali si è scoperta l esistenza di una nicchia ornata da pitture murali cinquecentesche raffiguranti un S. Biagio benedicente. Dal 1931 al 2009 è stata chiesa del convento delle Suore Discepole di Gesù Eucaristico con sede nello stesso complesso monumentale.

Chiese e santuari Chiesa Matrice di San Giovanni Battista

Chiesa Matrice di San Giovanni Battista

Calciano


La Chiesa Matrice di San Giovanni Battista risale al XVI sec. Non abbiamo notizie certe sulle origini della sua costruzione ma si presume che sia stata costruita sull antica chiesa in onore di Maria SS. della Serra. In essa sono custoditi gli affreschi provenienti dalla Chiesa della Rocca questa chiesa di origine Normanna e con struttura abbaziale raffiguranti la Vergine una Madonna col Bambino alcuni Santi e l Eterno Padre. Vi si trovano anche un crocifisso in rame di stile bizantino del 300 e una Sedia Presidenziale risalente al 700. Custodita in una grande teca l Annunziata del 1300 dello scultore Nicola Pisano. Nell abside è situato il prezioso Trittico olio su tavola del 1503 di Bartolomeo da Pistoia raffigurante la Madonna con il Bambino San Nicola di Bari e San Giovanni Battista. Gelosamente custodito nella sacrestia un crocifisso di legno Policromo opera scultorea dei Francescani meridionali tra il 500 ed il 600.

Chiese e santuari Cattedrale di Santa Maria Assunta

Cattedrale di Santa Maria Assunta

Tricarico


La chiesa di Santa Maria Assunta è il duomo della città di Tricarico e cattedrale della diocesi omonima. La chiesa venne costruita nell’XI secolo per volere di Roberto il Guiscardo su donazioni del nipote Roberto di Montescaglioso. Originariamente edificata in stile romanico è stata nei secoli più volte rimaneggiata ed ampliata ad opera di diversi vescovi che si sono avvicendati nel corso degli anni come il vescovo Antonio del Plato che tra il 1774 ed il 1777 si avvalse della competenza di maestranze napoletane guidate dal regio ingegnere Carlo Brancolino e dall architetto Domenico Sannazzaro. I lavori eseguiti da quest ultimo vescovo hanno definitivamente modificato la cattedrale così come la vediamo noi oggi con un nuovo apparato decorativo e l inserimento delle cappelle laterali. Ciò che rende unica e particolare questa costruzione in tutta la regione è la presenza di due grossi archi di sostegno addossati alla facciata realizzati nel Seicento per garantire una maggiore stabilità dell edificio e soprattutto della stessa facciata. L impianto basilicale della chiesa si evidenzia nelle tre navate con il transetto affiancate da una serie di cappelle e dal presbiterio suddiviso in tre distinti ambienti quadrangolari. La chiesa custodisce le reliquie di san Potito martire patrono della città e della diocesi di Tricarico e le spoglie del vescovo venerabile Raffaello delle Nocche. Singolare è la presenza come motivo di ornamento della cappella detta Secretarium di un frammento di sarcofago istoriato del III secolo raffigurante il mito pagano di Mirra e Adone. La volta del Secretarium è abbellita da stucchi seicenteschi perfettamente conservati. La Cattedrale racchiude anche preziose opere d’arte come tavole del XV XVI sec. e dipinti del XVII sec. Il campanile a pianta quadrata conserva una bifora duecentesca ed una campana coeva. In origine era separato dalla chiesa e sulla sua sommità aveva una vela ossia un muro triangolare sul quale erano collocate le campane la cui base si sviluppava lungo una delle diagonali. Dopo la sua rimozione fu realizzato il tetto con spiovente a quattro falde regolari.

Chiese e santuari Chiesa Santa Maria degli Angeli

Chiesa Santa Maria degli Angeli

Brienza


Poco fuori dal comune di Brienza in provincia di Potenza sorge questa chiesetta rurale dedicata al culto della Vergine Maria regina angelorum. La sua costruzione risale al XVII sec. Al termine dei lavori nel 1629 la costruzione era stata impreziosita da un portale rinascimentale in pietra su cui le maestranze locali avevano inciso lo stemma ed il nome della città l’antica Burgentiae. L’interno della Chiesa con soffitto a cassettoni in buona parte preservato presenta una navata rettangolare con una imponente balaustra lignea inserita nel vano dell’arco trionfale a delimitare lo spazio del presbiterio. Ciò che maggiormente colpisce di questa antica chiesa è il ciclo di affreschi a firma del pittore Giovanni de Gregorio detto il Pietrafesa. Il ciclo affrescato celebra la nascita di Maria di Gioacchino e Anna che presentano Maria al sacerdote la visita di Maria a Sant Elisabetta e San Zaccaria e l Assunzione della Vergine oltre a riquadri riguardanti l apparizione del Bambino a Sant Antonio San Biagio vescovo l Immacolata Concezione e l incontro di San Francesco d Assisi con San Domenico. Gli affreschi furono realizzati tra il 1622 e il 1629 anche se si evidenzia un modo di operare dell artista ancora acerbo. Nel corso dei secoli la struttura è stata ampliata con la costruzione di un lazzaretto per usi civici e di due cappelle funerarie gentilizie che nell insieme costituiscono il complesso di Santa Maria degli Angeli parte integrante del prestigioso patrimonio monumentale di Brienza posto sotto tutela dal Ministero dei Beni Culturali e Ambientali sin dal 1993 per la sua rilevanza storico artistica. L’edificio dell’ex lazzaretto oggi ospita il MuLabo Museo Laboratorio delle arti e del paesaggio creato dalla Cooperativa sociale Basilicata Culture.