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Matera e dintorni

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Venosa e dintorni:

Melfi, Rionero, San Fele, Lagopesole, Avigliano, Barile, Forenza, Rapolla

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Potenza e dintorni:

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A Potenza “una panchina per non dimenticare” in ricordo di Elisa Claps

A Potenza “una panchina per non dimenticare” in ricordo di Elisa Claps Il corteo, rinviato per le condizioni meteo avverse, è stato organizzato da Libera e da altre associazioni. La manifestazione, in occasione della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, si è tenuto comunque presso il Presidio Legalità

In occasione della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, in Basilicata, si sono svolte tante manifestazioni, a dimostrazione della sensibilità del popolo lucano nei confronti di un problema sociale grave e sentito. Numerose associazioni si sono riunite oggi a Potenza per discutere e confrontarsi assieme agli studenti sull’argomento. Hanno preso parte all’evento Libera Basilicata, l’Associazione Telefona Donna, la famiglia Claps, l’Associazione Penelope ed Articolo 21. Le condizioni atmosferiche avverse hanno constretto gli organizzatori a rivedere il programma dell’evento, che prevedeva un corteo che dalla sede di Libera doveva raggiungere la chiesa della Trinità dove sarebbe stata collocata una panchina rossa, “simbolo di socializzazione diventata anche simbolo della prevenzione e sensibilizzazione contro la violenza di genere”. A ricordarlo, Marianna Tamburrino, referente “Libera Potenza”, che con Gildo Claps, fratello di Elisa, hanno dialogato con gli studenti presenti. Se il programma è staro rivisto, l’incontro con le ragazze e i ragazzi ha raggiunto ugualmente il suo scopo: non dimenticare le vittime della violenza. La sensibilizzazione attorno al 25 novembre, richiede al contempo una presa di coscienza comune e un impegno costante per prevenire questi fenomeni. Ognuno deve svolgere il proprio compito: dalla famiglia alla scuola, dalle istituzioni alle associazioni. La violenza di genere è un problema che coinvoge tutti. E tutti hanno il dovere di affrontarlo, evitando di girarsi dall’altra parte.

 25 novembre, 2023

Visit Basilicata

Castelli Castello di Lagopesole

Castello di Lagopesole

Avigliano

Il castello di Lagopesole è un’altra splendida testimonianza del passaggio di Federico II in Basilicata. Sorge su una montagnetta alla quota di 820 m sul livello del mare posta sullo spartiacque tra i fiumi Ofanto e Bradano, in Basilicata. Il castello sorge nel borgo di Lagopesole che, aprendosi a ventaglio sul fianco rivolto a sud della collina, fa parte del comune di Avigliano. Di origine normanna, la fortezza fu voluta da Federico II di Svevia. In un documento del 1242, l'Imperatore commissionò l'opera che divenne un maniero di caccia e congiuntamente una fortezza. Il castello ha forma di parallelepipedo con torri ad angolo e con l'ingresso stretto tra due torri che si affiancano al portale. Presenta due cortili: il minore, di epoca altonormanna, conserva al centro un mastio (donjon) quadrato che curiosamente è fuori asse rispetto al resto della struttura, caratteristica che indica che molto probabilmente è anteriore alla costruzione del castello antistante. La torre (il Donjon) è caratterizzata da una muratura bugnata nella parte superiore, elemento tipico dell'architettura sveva. In questo caso l'edificio è molto probabilmente risalente all'epoca di Enrico VI di Svevia. Anche le due teste (un uomo e una donna) scolpite lì fanno pensare ai castelli degli Svevi nell'Alsazia, costruiti nella fine del XII secolo. Il castello presenta una compattezza tipica dei castelli federiciani, con solo tre feritoie che si aprono sulle pareti sud, est ed ovest, mentre su quella nord c'è l'unico possibile accesso. Il cortile maggiore, risalente all'ampliamento iniziato da Federico II di Svevia nel 1242 sui resti di precedenti costruzioni normanno-sveve (a scopo militare) ed angioine (a scopo residenziale), include una vasta cisterna ed una grande cappella. Proprio quest'ultima è una peculiarità che contraddistingue questo castello da tutti gli altri attribuiti a Federico II di Svevia. Infatti la presenza al suo interno di questo luogo di culto è l'unico esempio tra tutti quelli risalenti a quell'epoca imperiale. La chiesa, in un austero stile romanico che i restauri effettuati negli ultimi anni del XX secolo hanno portato alla luce nel suo originario aspetto, ha un'abside semi circolare e l'entrata decorata con il motivo dei denti di sega, tipico dell'età angioina.

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Eventi

Eventi La foresta che cammina

La foresta che cammina

Satriano di Lucania

Il carnevale di Satriano di Lucania è tra i più particolari, caratteristici, suggestivi e misteriosi carnevali della Basilicata, dove gli alberi diventano uomini e gli uomini diventano alberi, travestendosi da “Rumita”. Il Rumita è un eremita che vive in simbiosi nei boschi. In coincidenza con l’inizio della Primavera scende in paese per chiedere l’elemosina, ristabilendo il contatto umano perso durante l’inverno. Questa silenziosa figura è ricoperta di edera e bussa alle porte delle famiglie con il “Fruscio“, un bastone a cui sono stati legati dei rami di pungitopo, chiedendo cibo o denaro.

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Comuni

Vaglio Basilicata

Vaglio Basilicata

Comune di Vaglio Basilicata

Il centro attuale in cui risiedono circa 2000 abitanti risale al XII secolo ma nelle vicinanze in località Serra di Vaglio sono state rinvenute testimonianze di insediamenti risalenti ad un periodo compreso tra il X ed il III sec. a.C. Qui oltre a fondazioni di antiche abitazioni è visibile una fortificazione costruita con blocchi di pietra a secco e lunga circa 7 Km VI sec. a.C. mentre nella zona più a valle sono state rinvenute alcune sepolture appartenuti a nobili e guerrieri come dimostrano le fibule i gioielli e le acconciature femminili nonch le armature le bordature per cavalli. Poco più a nord di Vaglio in località Macchia di Rossano è stato rinvenuto un complesso sacrale monumentale del IV sec. a.C. dedicato alla Dea Mefitis. Da visitare oltre agli scavi archeologici la Chiesa Madre di San Paolo Apostolo risalente al 1400 dove si conserva il corpo di San Faustino Martire patrono del paese festeggiato la terza domenica di Maggio.

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Comuni

Lagonegro

Lagonegro

Comune di Lagonegro

Lagonegro sorge nella Valle del Noce ai piedi del Monte Sirino ai confini con la provincia di Salerno e la Calabria. Posizionato in una zona ricca di sorgenti e laghetti Lagonegro ha origini lontanissime e il suo nucleo più antico risale al Medioevo nella zona del Castello. Nella chiesa di San Nicola si stanziarono dei monaci basiliani di origine bizantina tra il IX X sec. e una leggenda vuole che in questa chiesa sia stata sepolta Monna Lisa del Giocondo immortalata da Leonardo Da Vinci nel celebre ritratto conservato al Louvre di Parigi. Successivamente fu fortificata dai Longobardi di Salerno e dopo la conquista normanna fu assegnata alla contea di Lauria. L’aspetto religioso è molto sentito presso questa comunità infatti sul massiccio del Sirino c’è il Santuario della Madonna delle Nevi. La festività in suo onore si articola in tre momenti separati a giugno ad agosto e a settembre. Nel centro storico dove un tempo sorgevano templi dedicati alle divinità romane oggi sorgono alcune chiese questo processo di costruzione cristiana cominciò tra il IX X sec. Le sagre sono incentrate sui prodotti tipici come le castagne. Lagonegro ha dato i natali al cantante scomparso Mango. L’offerta turistica di Lagonegro non si esaurisce visitando il borgo e conoscendo la sua storia ma continua dando la possibilità ai turisti di optare per un turismo escursionistico favorito dal Monte Sirino meta prescelta anche dagli amanti dello sci alpino e di fondo grazie alla presenza del comprensorio in cui ricadono le stazioni di Lago Laudemio e Conserva di Lauria. Tra gli spettacolari boschi di faggio o sulle rive del lago glaciale Laudemio lago di origine glaciale a oltre 1500 metri di quota ci si può inoltrare soprattutto in primavera e avventurarsi in piacevoli passeggiate e rimanere affascinati dal colore verde smeraldo che il lago assume per la presenza di una particolare specie di alga. A pochi chilometri dal paese si trova il parco zoologico Giada creato da un appassionato di fauna esotica e donato successivamente al comune di Lagonegro.

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