Melfi, Rionero, San Fele, Lagopesole, Avigliano, Barile, Forenza, Rapolla
Rotonda, San Severino Lucano, Terranova di Pollino, Latronico, Castelsaraceno, Lagonegro
Acerenza, Cancellara, Brindisi di Montagna, Vaglio di Basilicata, Castelmezzano, Pietrapertosa, Sasso di Castalda
Si parte dalla stazione FAL in Piazza Matteotti. Ci si dirige verso Via Don Minzoni e dopo circa 100 m si svolta a destra, immettendosi in su Via Lucana. Si procede fino al termine della salita quando, giunti ad un bivio, si svolta a destra in direzione “Ospedale/Potenza/Montescaglioso”. Dopo circa 300 m, alla rotatoria dell’ospedale, bisogna fare un’inversione ad U dirigendosi verso un’abitazione di colore rosso, oltrepassarla a destra e prendere Via Montescaglioso. Inizia finalmente una lunga e pedalabile discesa che costeggiando il torrente Gravina, nascosto nel canyon, giunge nelle vicinanze di Montescaglioso. Durante il tragitto è possibile fermarsi al Centro visita del Parco Murgia di Pianelle, e di là muoversi lungo alcuni sentieri per esplorare chiese, anfratti e testimonianze di antiche vestigia. A 10,5 k m dalla partenza, dopo avere oltrepassato Parco dei Monaci, l’itinerario procede dritto in direzione Metaponto. Dopo una ripida discesa, la strada serpeggia dolcemente tra le colline e, continuando a seguire le indicazioni per Metaponto, si giunge ad un incrocio a T, entrando per qualche chilometro in Puglia. Si svolta a destra in discesa direzione Taranto. Altri 3,5 km e si prosegue dritto in direzione SS106 fino a raggiungere la statale “Jonica”. Dopo 4 km si giunge nel piccolo centro abitato di Metaponto Borgo, dove non bisogna perdere la visita al Museo Archeologico, ricco di resti che vanno dal VII al III secolo a.C. e testimoniano il periodo della Magna Grecia. L’itinerario arriva alla stazione ferroviaria, da cui parte una pista ciclabile che porta verso il mare.
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La Madonna Nera è la patrona e Regina della Basilicata. Il simulacro, in stile bizantino, è uno dei più importanti della regione ed è custodito nel santuario che fu eretto nel XIV secolo nel luogo in cui, secondo una leggenda, venne ritrovata l’immagine della Madonna. Il popolo lucano è molto devoto alla Madonna Nera di Viggiano. Ogni anno una processione, particolarmente sentita, si ripete in suo onore la prima domenica di maggio e la prima di settembre.
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Il centro attuale in cui risiedono circa 2000 abitanti risale al XII secolo ma nelle vicinanze in località Serra di Vaglio sono state rinvenute testimonianze di insediamenti risalenti ad un periodo compreso tra il X ed il III sec. a.C. Qui oltre a fondazioni di antiche abitazioni è visibile una fortificazione costruita con blocchi di pietra a secco e lunga circa 7 Km VI sec. a.C. mentre nella zona più a valle sono state rinvenute alcune sepolture appartenuti a nobili e guerrieri come dimostrano le fibule i gioielli e le acconciature femminili nonch le armature le bordature per cavalli. Poco più a nord di Vaglio in località Macchia di Rossano è stato rinvenuto un complesso sacrale monumentale del IV sec. a.C. dedicato alla Dea Mefitis. Da visitare oltre agli scavi archeologici la Chiesa Madre di San Paolo Apostolo risalente al 1400 dove si conserva il corpo di San Faustino Martire patrono del paese festeggiato la terza domenica di Maggio.
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Irsina posta sul confine tra Puglia e Basilicata domina la Valle del Bradano. Al suo territorio appartiene il Bosco di Verrutoli un’area boschiva sede di una riserva naturale di un gruppo di daini che vivono liberamente nel bosco. Fino al 1895 il paese era chiamato Montepeloso dal greco plusos terra ricca e fertile mentre il nome attuale deriva da una delibera consiliare del 6 febbraio 1895 e deriva da irtium cioè irto ripido scosceso. Numerosi reperti archeologici risalenti ai periodi greco e romano testimoniano che Irsina è uno dei paesi più antichi della Basilicata. Nel corso dei secoli ha subito diverse dominazioni. Nel 988 Irsina subisce l’invasione e la distruzione da parte dei Saraceni la città viene ricostruita dal Principe Giovanni II di Salerno che dota il borgo di mura e torri difensive cosa che non impedisce alla città di subire il dominio dei greci bizantini. Nel 1041 Irsina è teatro della Battaglia di Montepeloso tra Bizantini e Normanni per il controllo del territorio e si conclude con la disfatta del popolo greco. Da questo momento il paese passa nelle mani di vari signori divenendo prima una delle dodici baronie normanne della contea poi ducato di Puglia e dal 1123 sede vescovile. Gli Svevi controllano Montepeloso fino alla battaglia di Benevento del 1266 che porta all’ascesa degli Angioini in tutta l’Italia meridionale. Una delle caratteristiche del centro storico sono le case grotte che richiamano i Sassi di Matera. La più famosa tra queste grotte anche visitabile è la casa grotta Barbaro scavata direttamente dentro due spelonche rocciose che si sviluppa addirittura su due livelli. Alcune di queste case grotte formano dei veri e propri cubicoli sotterranei che a volte prendono la forma di vere e proprie gallerie. Ma nel centro storico di Irsina si ergono pure i palazzi nobiliari risalenti al 500 e al 700 caratterizzati da bugne stemmi ed epigrafi. Grande importanza hanno anche le chiese prime fra tutte la Cattedrale di Santa Maria dell’Assunta risalente al XIII secolo che conserva al suo interno la statua del 500 di Sant’Eufemia attribuita ad Andrea Mantegna. Sant’Eufemia è la patrona della città festeggiata dal 14 al 17 settembre.
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