Visita Basilicata: chiese e santuari

Chiese e santuari Santuario della Madonna del Perpetuo Soccorso

Santuario della Madonna del Perpetuo Soccorso

Trecchina


Il santuario della Madonna del Soccorso è situato in cima al Monte Santa Maria nella località di Trecchina in provincia di Potenza. Le fonti orali e le evidenze architettoniche fanno supporre che il primo nucleo del Santuario sia nato verso la fine del XVI sec. ad opera di monaci eremiti infatti sotto l’attuale Cappella si conservano due piccole stanze che dovevano costituire la dimora dei monaci. Su questo nucleo venne poi edificato il Santuario. La prima notizia certa del Santuario si ha in relazione alla visita pastorale fatta nel 1623 dal Vescovo di Policastro di allora Mons. Antonio Santorio. Nella successiva visita pastorale del 1626 il Vescovo chiese al clero di Trecchina di provvedere alla sistemazione del bassorilievo che raffigurava la Madonna del Soccorso che risultava danneggiato. La scultura su lastra di marmo fu prodotta nel 1555 ma non è certo se sia stata fatta proprio per il Santuario. Attualmente la preziosa scultura si trova nella Cappella della Forraina edificata nel 1926 per interessamento dell’Arciprete Biagio Pignataro. Dai verbali di una visita pastorale del 1725 si evince che il Santuario fu affidato ad una confraternita che risiedeva a Trecchina. La stessa associazione religiosa gestiva anche le processioni che conducevano i fedeli in pellegrinaggio al monte due volte all’anno così come ancora oggi vuole la tradizione. Nel mese di maggio infatti i fedeli si recano in processione al monte per portarvi la statua della Madonna l’otto settembre è dedicato ai festeggiamenti che vengono fatti presso il Santuario e nello stesso mese sempre in processione la scultura lignea viene riportata nella Chiesa Madre di San Michele. La superficie interna del Santuario misura circa 120 mq. In passato le sue dimensioni erano più contenute. Nel 1924 il Santuario venne ampliato e ristrutturato poich presentava segni evidenti di degrado. La posizione sulla cima del monte lo ha particolarmente esposto agli agenti atmosferici ed ai fulmini. Proprio a causa delle folgori che spesso hanno prodotto gravi danni alla struttura si decise di abbassare l’altezza del campanile. Il restauro si era reso necessario anche per i danni prodotti dai terremoti storicamente sempre presenti nell’area. Il terremoto del 1998 rese necessari altri interventi di restauro. La Madonna del Soccorso di Trecchina per l’importanza di ciò che rappresenta e grazie alla sua felice posizione potrebbe diventare il simbolo religioso che accomuna e protegge tutta la Valle del Noce.

Chiese e santuari Chiesa Diruta dei SS. Luca e Giuliano

Chiesa Diruta dei SS. Luca e Giuliano

Grottole


Costruita a partire dai primi anni del 1500 la chiesa dei SS. Luca e Giuliano detta comunemente Chiesa Diruta era la chiesa parrocchiale di Grottole. Il suo impianto è molto imponente è alta 39 metri e larga 20. Il tempio fu costruito sui resti di due piccole chiesette che per questo motivo furono rase al suolo. Nella fase più antica durata almeno una quindicina d anni e documentata dal rivestimento a scarpa della torre che costeggia la fiancata furono costruite le fondamenta la struttura a croce latina i muri perimetrali e le fogge di sepoltura. Una successiva fase è documentata dalla data 1595 riportata sull architrave del portale principale realizzato da Giulio Carrara della Padula che mostra lo stemma del Comune di Grottole e le sculture in pietra dell Eterno Padre e di 4 evangelisti. D impianto a croce latina la chiesa è costituita da una navata centrale delimitata sui lati da tre nicchioni con arco a tutto sesto che si innesta nel transetto attraverso un ampio arco trionfale. La costruzione non è mai stata ultimata. L’opera subì dei seri danneggiamenti durante il terremoto del 1694 a cui seguirono ingenti spese per le ristrutturazioni. ma un’improvvisa lesione longitudinale presagì il crollo della navata centrale. Nel 1767 fu costruito un corpo laterale per contenere l azione della struttura centrale. Infine l evento sismico del 1980 ha ulteriormente aggravato le condizioni della chiesa. Del fasto che questa chiesa ha rappresentato per circa trecento anni oggi non resta che un rudere muto e silenzioso del quale possiamo solo in parte immaginare il passato splendore.

Chiese e santuari Monastero di Sant'Antonio da Padova

Monastero di Sant'Antonio da Padova

Rivello


Il Monastero di Sant’Antonio da Padova a Rivello in provincia di Potenza è un antico convento francescano fondato nel 1515 per volontà dei cittadini di Rivello e a seguito dell’autorizzazione del Pontefice Leone X con il breve Exponi nobis . Il convento di Sant’Antonio divenne ben presto un centro di cultura di prim’ordine per la ricca biblioteca che esso ospitava. Chiuso a seguito delle leggi eversive napoleoniche dal 1807 al 1817 fu soppresso nel 1866 ma abitato dai frati fino al 1889. L’edificio si sviluppa attorno ad un chiostro quadrangolare con arcate a tutto sesto poggianti su colonnine e volte a crociera che presenta una serie di affreschi. La facciata è sorretta da due grandi archi a tutto sesto poggianti su pilastri sui quali sono stati scolpiti i gigli di Firenze a dimostrazione del fatto che o maestranze toscane parteciparono alla realizzazione della facciata o le nostre maestranze conoscevano il modo di lavorare dei toscani. Tra gli archi si trova scolpito lo stemma di Rivello e la scritta dell anno di edificazione del convento. All estremità superiore nella parte centrale si trova un grandissimo orologio solare con numeri romani col quadrante quadrato di maiolica verde. Ciò che colpisce del portico è il bellissimo portale ad arco ribassato in pietra e la splendida porta in stile Durazzo Catalana con trentasei pannelli a rosoni intagliati in sei file. Essa è affiancata da due leoni scolpiti che afferrano con le zampe anteriori le corna di due arieti. Tutta la parte alta del prònao è affrescata da episodi della vita di Sant Antonio e di San Francesco di Assisi dipinti da Girolamo Todisco da Abriola tra il 1616 e il 1634. La chiesa è a navata unica con un interno dei 1700 in stile barocco opera di maestranze napoletane che sicuramente non corrisponde all originale cinquecentesco. Sugli altari laterali si trovano ottime tele di autori differenti databili tra il XVI e il XVIII secolo. Qui è ospitata la statua di Sant Antonio e anche uno splendido pulpito in legno intagliato con scene della vita del Santo di Padova. Dietro l altare si trova il coro ligneo a due ordini di stalli realizzato dai frati Girolamo da Stigliano ed Ilario da Montalbano nella prima metà del XVII secolo. Esso rappresenta santi cari alla devozione francescana e alcuni dei mestieri e delle attività tipiche rivellesi del tempo. Il chiostro realizzato per quanto concerne la parte architettonica nel 1550 è di forma quadrata abbellito da ventiquattro colonne in pietra rustica. Presenta al centro un elegante pozzo in stile spagnolo del 1614. Le pareti e le volte a crociera sono affrescate da episodi del Vecchio e del Nuovo Testamento e da scene della vita della Madonna e di Gesù opera di Giovanni e Girolamo Todisco da Abriola tra il 1559 e il 1634. Nell ex refettorio si può ammirare un grandioso dipinto dell Ultima Cena datato 1559 realizzato da Giovanni Todisco da Abriola. Qui oltre i personaggi della sacra rappresentazione cioè Gesù e gli apostoli sono stati immortalati dall artista anche Ettore Pignatelli feudatario di Rivello all epoca del dipinto nonch committente dell affresco e sua moglie che fingono di ospitare in casa loro gli eccezionali ospiti.

Chiese e santuari Chiesa Rupestre di Santa Maria di Idris

Chiesa Rupestre di Santa Maria di Idris

Matera


La Chiesa di Santa Maria De Idris sorge nella parte alta dello sperone roccioso del Montirone nelle vicinanze di San Pietro Caveoso. Si tratta di una chiesa rupestre cioè scavata nella roccia. Il nome del tempio deriva quasi sicuramente dal greco Odigitria guida della via o dell’acqua . A Costantinopoli veniva così chiamata e venerata la Vergine Maria il cui culto fu introdotto in Italia meridionale dai monaci bizantini. La chiesa rupestre presenta un avancorpo in muratura con a lato un piccolo campanile a vela l interno a causa dei continui rimaneggiamenti subiti nel corso dei secoli non presenta nulla dell originaria struttura. Si compone di una navata irregolare con affreschi posti sulla parete di retrofacciata della cripta gran parte dei quali staccati per restauro essendo deteriorati a causa dell umidità e conservati presso la Soprintendenza ai Beni Storici ed Artistici di Matera. Sull altare vi è una Madonna con Bambino risalente al XVII secolo dipinta a tempera a destra Sant Eustachio patrono della città ed altri affreschi sempre risalenti al XVII secolo ed ancora una crocifissione di fattura rozza con sfondo la sagoma della città di Matera. La chiesa di Santa Maria de Idris è collegata alla cripta rupestre di San Giovanni in Montirone attraverso un cunicolo ed in questa cripta si trovano numerosi e pregevoli affreschi che sono databili in un arco di tempo che va dal XII al XVII secolo. Nel cunicolo di accesso vi è l affresco raffigurante San Giovanni Battista in una lunetta sovrastante un altare l affresco risalente al XII secolo del Cristo Pantocratore benedicente alla latina che con la mano sinistra sorregge un Vangelo aperto nel quale è inscritto un testo greco. Questo affresco rappresenta l influenza della cultura iconografica bizantina. Più oltre sulla spalla di un arco mozzo vi è un monaco ignoto con saio e cappuccio. Di fronte San Nicola del XIV sec. in abiti vescovili che benedice con la mano destra e regge il Vangelo con la sinistra. Uscendo dal corridoio si entra in un aula più ampia costituente la navata vera e propria della chiesa di San Giovanni in Montirone che termina in un presbiterio sopraelevato sulla parete di fronte si trovano un affresco che raffigura la testa di Sant Andrea e frammenti di una Madonna con Bambino nella tipologia iconografica della Glykophilousa databili anch essi verso la fine del XII secolo e due santi ignoti. Sulla parete sinistra posti in piccole nicchie decorate altri due santi uno dei quali individuato in San Pietro in base alle linee del volto alla barba ed ai capelli pur in mancanza delle chiavi e di lato San Giacomo risalente al XIII sec.

Chiese e santuari Santuario della Madonna del Pollino

Santuario della Madonna del Pollino

San Severino Lucano


Il Santuario della Madonna di Pollino è incastonato nella catena montuosa del monte Pollino a 1537m s.l.m. dal quale si può godere della vista di un paesaggio di incantevole bellezza. È un’oasi di spiritualità e tranquillità. Il settecentesco Santuario che si erge in posizione dominante su uno sperone roccioso delle pendici settentrionali del Monte Pollino sembra sia stato edificato proprio là dove la Madonna sarebbe apparsa per la prima volta ad un pastore che stava portando il suo gregge al pascolo sul Monte. Al suo interno la splendida Statua in legno della Madonna con Bambino che sorregge il globo terrestre. La statua viene portata in processione al Santuario durante i mesi estivi mentre d’inverno viene custodita nella Chiesa Madre di San Severino Lucano. Il complesso religioso in stile romanico comprende la chiesa alcuni vani per le attività e il soggiorno del clero e del personale che si occupa di custodire il luogo di culto. L’interno della chiesa è caratterizzato da tre navate e da una meravigliosa volta in legno decorata da un pregiato rosone.

Chiese e santuari Santuario di Santa Maria Regina di Anglona

Santuario di Santa Maria Regina di Anglona

Tursi


Il santuario di Santa Maria Regina di Anglona è un antico santuario mariano situato sul sacro colle di Anglona nel comune lucano di Tursi in provincia di Matera ed è tutto quello che resta dell antica città di Anglona. La cattedrale è sorta tra l XI e il XII secolo come ampliamento di un antica chiesetta risalente al VII VIII secolo corrispondente all odierna cappella oratorio. A seguito di non ben chiari eventi la parete nord della cattedrale crollò e andarono perduti gli affreschi che l adornavano. Nel 1369 la città di Anglona subì un violento attacco e solo la cattedrale dedicata alla Natività di Maria venne risparmiata dalle fiamme. Fino agli anni cinquanta il colle era frequentato da contadini pastori e gente del luogo che utilizzavano i locali esterni al santuario come alloggio rifugio deposito e persino come stalle. Il luogo era gremito di gente soltanto nei giorni di festa. Successivamente dopo gli scavi archeologici nella zona le attenzioni della soprintendenza dei beni culturali aumentarono e con esso il flusso di pellegrini studiosi e visitatori. La costruzione in tufo e travertino presenta elementi architettonici di notevole importanza quali l abside il campanile e il portale in stile romanico. L esterno absidale è sicuramente la parte più cromatica e più raffinata dell intero edificio si ammirano ornamenti ad intagli archetti pensili lesene e un finestrone centrale adornato. Sulle pareti esterne numerose formelle con figure di animali a rilievo di provenienza ignota creano un effetto davvero suggestivo. Il tetto a più falde e l armonia dei volumi conferiscono al santuario un aspetto piacevole ed imponente.

Chiese e santuari Chiesa di San Michele Arcangelo

Chiesa di San Michele Arcangelo

Potenza


La Chiesa di San Michele Arcangelo a Potenza sorge nei pressi di Via Pretoria ed è tra le più antiche del capoluogo. Essa risalirebbe al V sec. in un epoca a cavallo fra il 492 e il 496 quando era vescovo della città tale Erculenzio e Papa Gelasio I. Questa tesi è accreditata dal ritrovamento di un mosaico del V secolo rinvenuto al disotto del pavimento dell edificio religioso. La chiesa all epoca era dedicata a San Michele Arcangelo e San Marco. L attuale chiesa risale all epoca longobarda poich ricca di caratteristiche tipiche del periodo infatti costituisce un grande esempio di arte romanica. La facciata principale è stata edificata con un particolare tipo di muratura: la pietra a vista . Essa è divisa in tre zone da quattro lesene. L ingresso è costituito da un portale in pietra con un doppio stipite e due archi a tutto sesto sovrastato da una grande finestra. La chiesa presenta anche un portale inferiore sulla facciata laterale destra dell edificio che presenta un bassorilievo che raffigura la Madonna col Bambino con a destra uno stemma francescano e a sinistra un motivo floreale. Esternamente la chiesa presenta anche un iscrizione funeraria di epoca romana. Internamente la chiesa è suddivisa in tre navate che terminano in tre absidi. La navata centrale è sovrastata da un soffitto ligneo illuminato da tre monofore. Essa presenta anche svariate opere d arte in due grosse nicchie in cui nella prima si trova un quadro che rappresenta la madonna e invece nella seconda un altro quadro in cui viene rappresentata una santa. Sulla parete di destra si ritrovano molti altri ritratti. La chiesa accoglie altri dipinti antichi del XVII secolo che raffigurano svariati santi: San Gerardo di Potenza San Francesco da Paola San Ignazio e San Vito. Altra rappresentazione di un santo è la statua lignea di Sant Antonio del XVII secolo. La chiesa presenta anche un grande altare maggiore in pietra monoblocco rinvenuto anch esso durante i lavori di restauro degli anni settanta e un crocifisso ligneo del 1600.

Chiese e santuari Abbazia-Santuario Santa Maria La Sanità del Casale

Abbazia-Santuario Santa Maria La Sanità del Casale

Pisticci


L abbazia Santa Maria La Sanità del Casale è un santuario diocesano dell arcidiocesi di Matera Irsina è stato uno dei santuari del Giubileo 2000 e giuridicamente appartiene alla parrocchia di Cristo Re Pisticci. Secondo alcune fonti la sua costruzione risale al 1087 sui ruderi di un antico cenobio greco bizantino per volere di Rodolfo Maccabeo ed Emma d Altavilla sul monte Corno allora fuori dal centro urbano di Pisticci. L abbazia dedicata alla beata Vergine Maria fu affidata ai monaci benedettini di Taranto che si presero cura della struttura e la seguirono e accudirono come fosse proprietà loro. Lo stile che viene alla luce è quello romanico pugliese messo in evidenza dalla pietra locale protagonista dei materiali utilizzati per la messa in opera della chiesa. Della costruzione originaria è rimasta integra solo la chiesa attualmente sono invece in fase avanzata i lavori di ricostruzione del campanile del chiostro e della certosa. L interno della chiesa si presenta a tre navate terminanti con absidi semicircolari. Il tetto è ligneo a capriate retto da archi ogivali su colonne squadrate. È presente l arco santo centrale e nelle pareti si aprono monofore con archi a tutto sesto. Sulla facciata spicca la successione di archetti a tutto sesto sotto la cornice e particolarmente importanti sono il grande rosone e il portale. Il portale risale al 1200 ha forma ogivale con tre fasce scolpite con foglie d acanto a spine. L arco interno è sostenuto da due colonnine laterali con capitelli scolpiti con figure di aquilotti a sinistra e tigrotti a destra. Il grande rosone ha le stesse decorazioni del portale e immette luce nella chiesa insieme alle monofore sulle pareti laterali munite di vetrate recenti raffiguranti dei Santi. Molti fedeli si recano a visitare la Vergine Maria una statua di legno del XII secolo. La statua della Vergine è una scultura in legno del XII secolo e fu incoronata da papa Giovanni Paolo II il 27 aprile 1991 a Pisticci davanti ai lavoratori e ai fedeli Lucani. Qui possono ritrovare il cammino verso una vita migliore e la voglia di incontrare Gesù il Salvatore.

Chiese e santuari Chiesa ed ex Convento di San Francesco

Chiesa ed ex Convento di San Francesco

Irsina


Una leggenda locale vuole che la Chiesa di San Francesco sia stata in origine un castello normanno donato da Federico II in persona al santo di passaggio in questi luoghi al tempo del suo viaggio in Terra Santa anche se non risultano notizie documentate in merito. L attuale chiesa e l’annesso complesso conventuale furono edificati intorno al 1531 dai Frati Conventuali dietro autorizzazione di Clemente VII. La chiesa ricostruita intorno al 1717 oggi conserva importanti opere della tradizione meridionale dagli affreschi cinquecenteschi all’ingresso al Crocifisso ligneo e alla scultura di San Vito oltre ai magnifici affreschi di scuola giottesca custoditi nella cripta del Trecento. L’ideazione colta voluta dai committenti degli affreschi i Del Balzo rispecchia i temi cari alla pittura del Trecento: dalla raffigurazione del Creatore alla Crocifissione dall’Ultima Cena alla Presentazione al Tempio. Affrescata tra il 1370 e il 1373 da artisti aperti alle influenze umbre e marchigiane denota influssi di tutte le correnti pittoriche nazionali e internazionali che interessarono Napoli nel XIV secolo. La presenza francescana ad Irsina è indicata dalla prima metà del XIV sec. come testimonia il codice di fra Paolino da Venezia che agli inizi del Trecento segnala la loro presenza a Montepeloso tra i conventi della provincia pugliese. La Chiesa che si presenta ad unica navata con cappelle laterali ha subito numerosi restauri fino ad oggi e proprio dall’ultimo intervento successivo al terremoto del 1980 si è avuta la conferma che prima della trasformazione in stile barocco avvenuta nel 1717 era tutta affrescata come dimostrano i due affreschi ubicati sui due lati della bussola all’ingresso. In calce su uno dei due dipinti vi è una data 154. ma non è visibile nessuna firma dell’autore che con ogni probabilità è un artista meridionale. L’affresco di destra raffigura la Vergine di Loreto seduta su una casa in fiamme con in braccio il Bambino benedicente. In basso a destra è raffigurato Sant’Agostino in vesti episcopali a destra c’è San Rocco protettore degli appestati raffigurato con il bastone da pellegrino e un angelo che si prende cura di lui dopo aver contratto la peste. La nicchia di sinistra è occupata dalla raffigurazione della Vergine con il Bambino con San Leonardo patrono dei prigionieri e San Nicola vescovo di Mira. Nella chiesa è conservato un Crocifisso ligneo collocato a ridosso dell’altare sinistro secondo l’iconografia francescana. L’opera di buona fattura è stata realizzata nella seconda metà del XVII sec. con ogni probabilità da un artista locale non insensibile alle forme d’arte aulica come dimostra l’attento studio anatomico e la veridicità dell’immagine. Nella nicchia della seconda cappella a destra è custodita la scultura lignea di San Vito opera di autore ignoto realizzata tra la il XVII e il XVIII secolo. Il giovane Santo invocato per il colera e il morso della taranta da qui il ballo di San Vito e da attori e ballerini indossa abiti da centurione una corazza e un gonnellino con calzari e manto rosso sulle spalle. Con la mano sinistra sorregge la croce con la destra il guinzaglio dei due cani. La scultura è una gradevole opera che adotta nella sintesi tra le forme classicheggianti della veste e del volto e il dinamismo secentesco i moduli tipici della scultura lignea napoletana del Seicento e Settecento che guarda a modelli aulici in contrapposizione ad altre opere lucane che riflettono un’arte più popolare e devozionale. Anche la chiesa di San Francesco è addossata alla cinta muraria dalle finestre dei locali prospicienti il cortile e dal piccolo giardino si ammira un paesaggio che spaziando dalla Basilicata alla Puglia offre a perdita d’occhio colline cangianti e distese di verde che inducono un attonito stupore. L’annesso convento divenuto in gran parte di proprietà del Comune in seguito alle leggi sabaude postunitarie è stato fino agli anni ’60 del Novecento sede del Municipio della Pretura e della Tenenza dei Carabinieri. Attualmente è sede del museo di importanti rassegne cinematografiche e di meeting.

Chiese e santuari chiesa di Santa Maria Assunta

chiesa di Santa Maria Assunta

Irsina


Secondo una tradizione la chiesa dedicata a Santa Maria Assunta fu ricostruita in stile romanico nel 988 da Giovanni principe di Salerno dopo aver subito un grave incendio. Dopo un saccheggio nel 1133 fu ulteriormente ampliata. La chiesa fu poi sostanzialmente rifatta in forme barocche nel Settecento e consacrata nel 1802. Solo il campanile oltre alla cripta romanica ha conservato il suo aspetto originario romanico nella parte inferiore e gotico in quella superiore con finestre bifore ed archetti pensili. La facciata si presenta in forme barocche napoletane presenta pregevoli decorazioni nel portale e richiama l’impianto interno a tre navate. La pianta è a croce latina con le tre navate suddivise da pilastri e che terminano con tre absidi con il transetto sormontato da una cupola. Tra le opere d arte degne di menzione vanno citate il fonte battesimale in marmo rosso e il Crocifisso ligneo della scuola del Donatello entrambi del 1454. Degno di attenzione è dietro l’altare maggiore il coro ligneo finemente intagliato e sormontato da un organo a canne dei primi dell’Ottocento tuttora funzionante. Da notare anche alcune tele di scuola napoletana conservate nelle cappelle delle navate laterali. Infine su tutte va citata la statua raffigurante Sant Eufemia patrona della città che è stata attribuita dopo varie controversie ad Andrea Mantegna pittore ed incisore Veneziano vissuto nel XV secolo. La Cattedrale testimonia l’importanza della città nei secoli e per le sue peculiarità architettoniche ed il valore delle opere conservate rappresenta senza dubbio uno dei monumenti più significativi della Basilicata.