Chiese e santuari

Chiesa ed ex Convento di San Francesco

Chiesa ed ex Convento di San Francesco
393

Chiesa ed ex Convento di San Francesco

Irsina

Una leggenda locale vuole che la Chiesa di San Francesco sia stata in origine un castello normanno donato da Federico II in persona al santo, di passaggio in questi luoghi al tempo del suo viaggio in Terra Santa, anche se non risultano notizie documentate in merito. L'attuale chiesa e l’annesso complesso conventuale furono edificati intorno al 1531 dai Frati Conventuali, dietro autorizzazione di Clemente VII. La chiesa, ricostruita intorno al 1717, oggi conserva importanti opere della tradizione meridionale, dagli affreschi cinquecenteschi all’ingresso, al Crocifisso ligneo e alla scultura di San Vito, oltre ai magnifici affreschi di scuola giottesca custoditi nella cripta del Trecento. L’ideazione colta voluta dai committenti degli affreschi, i Del Balzo, rispecchia i temi cari alla pittura del Trecento: dalla raffigurazione del Creatore alla Crocifissione, dall’Ultima Cena alla Presentazione al Tempio. Affrescata tra il 1370 e il 1373 da artisti aperti alle influenze umbre e marchigiane, denota influssi di tutte le correnti pittoriche nazionali e internazionali che interessarono Napoli nel XIV secolo.
La presenza francescana ad Irsina è indicata dalla prima metà del XIV sec., come testimonia il codice di fra Paolino da Venezia che agli inizi del Trecento segnala la loro presenza a Montepeloso, tra i conventi della provincia pugliese. La Chiesa, che si presenta ad unica navata con cappelle laterali, ha subito numerosi restauri fino ad oggi e proprio dall’ultimo intervento, successivo al terremoto del 1980, si è avuta la conferma che prima della trasformazione in stile barocco avvenuta nel 1717 era tutta affrescata, come dimostrano i due affreschi ubicati sui due lati della bussola, all’ingresso. In calce su uno dei due dipinti vi è una data <154.>, ma non è visibile nessuna firma dell’autore, che con ogni probabilità è un artista meridionale. L’affresco di destra raffigura la Vergine di Loreto, seduta su una casa in fiamme con in braccio il Bambino benedicente. In basso a destra è raffigurato Sant’Agostino in vesti episcopali, a destra c’è San Rocco, protettore degli appestati, raffigurato con il bastone da pellegrino e un angelo che si prende cura di lui dopo aver contratto la peste. La nicchia di sinistra è occupata dalla raffigurazione della Vergine con il Bambino con San Leonardo, patrono dei prigionieri, e San Nicola, vescovo di Mira. Nella chiesa è conservato un Crocifisso ligneo collocato a ridosso dell’altare sinistro, secondo l’iconografia francescana. L’opera, di buona fattura, è stata realizzata nella seconda metà del XVII sec., con ogni probabilità da un artista locale, non insensibile alle forme d’arte aulica, come dimostra l’attento studio anatomico e la veridicità dell’immagine. Nella nicchia della seconda cappella a destra è custodita la scultura lignea di San Vito, opera di autore ignoto, realizzata tra la il XVII e il XVIII secolo. Il giovane Santo, invocato per il colera e il morso della taranta (da qui il ballo di San Vito) e da attori e ballerini, indossa abiti da centurione, una corazza e un gonnellino con calzari e manto rosso sulle spalle. Con la mano sinistra sorregge la croce, con la destra il guinzaglio dei due cani. La scultura è una gradevole opera che adotta, nella sintesi tra le forme classicheggianti della veste e del volto e il dinamismo secentesco, i moduli tipici della scultura lignea napoletana del Seicento e Settecento, che guarda a modelli aulici, in contrapposizione ad altre opere lucane che riflettono un’arte più popolare e devozionale. Anche la chiesa di San Francesco è addossata alla cinta muraria; dalle finestre dei locali prospicienti il cortile e dal piccolo giardino si ammira un paesaggio che, spaziando dalla Basilicata alla Puglia, offre a perdita d’occhio colline cangianti e distese di verde che inducono un attonito stupore. L’annesso convento, divenuto in gran parte di proprietà del Comune in seguito alle leggi sabaude postunitarie, è stato fino agli anni ’60 del Novecento sede del Municipio, della Pretura e della Tenenza dei Carabinieri. Attualmente è sede del museo, di importanti rassegne cinematografiche e di meeting.

Comments :
  • img
    Lorenzo Peterson
    15th August, 2019 at 01:25 pm
    Reply

    " There are many variations of passages of Lorem Ipsum available, but the majority have suffered alteration in some form, by injected humour "

  • img
    Tammy Camacho
    15th August, 2019 at 05:44 pm
    Reply

    " There are many variations of passages of Lorem Ipsum available, but the majority have suffered alteration in some form, by injected humour "

  • img
    Tammy Camacho
    16th August, 2019 at 03:44 pm
    Reply

    " There are many variations of passages of Lorem Ipsum available, but the majority have suffered alteration in some form, by injected humour "

    • img
      Lorenzo Peterson
      17th August, 2019 at 01:25 pm
      Reply

      " There are many variations of passages of Lorem Ipsum available, but the majority have suffered alteration in some form, by injected humour "

Leave A Comment :