Visita Basilicata: castelli

Castelli Castello di Valsinni

Castello di Valsinni

Valsinni


Il castello di Valsinni dove visse la poetessa petrarchista Isabella Morra fu edificato presumibilmente su una preesistente fortificazione longobarda nei primi anni dopo il 1000. Il castello deve il suo valore storico e la sua notorietà alla poetessa che vi nacque intorno al 1520 e vi fu uccisa dai fratelli a circa 26 anni d età quando scoprirono la sua relazione con Diego Sandoval de Castro barone di Bollita. Il castello con il feudo di Favale l odierna Valsinni era pervenuto agli inizi del XVI secolo alla famiglia Morra tramite la nobildonna Menocca Vivacqua e lo tenne in possesso con alterne vicende per circa 140 anni fino al 1638. Dal 1921 il castello è di proprietà della famiglia Rinaldi.

Castelli Castello di Miglionico

Castello di Miglionico

Miglionico


Miglionico è dominata dalla sagoma del castello del Malconsiglio risalente all’ VIII IX secolo d.C. Il curioso nome di questo castello è legato alla congiura ordita dai baroni locali contro il re di Napoli Ferdinando I d’Aragona nel 1481. Sorge sulla sommità di una collina di fronte al centro storico e presenta una pianta quadrata con sei torri cilindriche e risale ad epoca normanna sveva. L entrata attuale è posta a nord est mentre quella originaria distrutta dal terremoto del 1857 era rivolta a sud. Al suo interno precisamente al piano superiore vi sono l androceo ed il gineceo il salone del Malconsiglio dove si tenne la congiura e la sala della Stella o degli Spiriti dotata di un soffitto a stella e con degli scrigni dove venivano custoditi i tesori ed i documenti più preziosi. Appartenne nel tempo al conte Alessandro di Andria ai Sanseverino di Bisignano ad Ettore Fieramosca ai Pignatelli ai Caracciolo ed alla famiglia Revertera duchi di Salandra.

Castelli Castello Caracciolo

Castello Caracciolo

Brienza


A partire dal XV sec. Brienza legò strettamente la sua storia alla famiglia dei Caracciolo che si insediarono stabilmente nel castello ampliandolo. L ultimo vero feudatario fu nel 1700 Litterio Caracciolo che si adoperò molto per il paese arricchendo la rocca di numerose opere d arte. L’antica fortezza ha origine angioina come si evince dal mastio cilindrico che svetta e dalla semitorre circolare proprio al centro della cinta muraria. Del castello Caracciolo è subito evidente una scalinata in pietra a cielo aperto che conduce ad un terrazzo a terrapieno proprio davanti all’ingresso principale. Un antica tradizione attribuisce al castello 365 stanze una per ogni giorno dell anno e chi avesse scoperto la numero 366 sarebbe magicamente diventato ricco. I Caracciolo con alterne vicende rimasero proprietari del feudo e del castello fino al 1857 anno in cui l ultima esponente della famiglia Maria Giulia lo lasciò in eredità al nipote Luigi Barracco. Iniziò in quel momento la lenta decadenza del maniero. Infatti alla morte del Barracco il feudo passò a vari feudatari e amministratori che si disfecero con una serie di vendite dei beni rustici lasciando in completo abbandono il castello fortemente danneggiato dal sisma del 1857 . L ultimo proprietario il De Luca lo donò a Francesco Mastroberti il quale cominciò a vendere quanto di vendibile rimaneva nell antica costruzione per mantenere i suoi 18 figli in un paese che non aveva ormai più niente altro da offrire. Il maniero che all inizio del 1900 era stato dichiarato di interesse storico subì dopo il terremoto del 1980 il crollo della parete est e della parete sud. Attualmente il castello è in una fase di radicale restauro grazie al quale sono state portate alla luce e recuperate le originarie pavimentazioni di numerosi ambienti e ritrovate varie statue in pietra dura locale poste in Municipio. D’estate è sede di manifestazioni e rievocazioni storiche.

Castelli Castello Pirro del Balzo

Castello Pirro del Balzo

Venosa


Il castello di Venosa è uno storico edificio fortificato chiamato anche Castello Aragonese in quanto realizzato dal duca Pirro del Balzo durante il periodo della dinastia aragonese. La sua costruzione risale al 1470 per volere del duca nell ottica di un progetto di fortificazione più ampio. Si tratta di una costruzione imponente a pianta quadrata con quattro torri cilindriche. Lo stemma dei Del Balzo il sole raggiante è visibile sulla torre ovest. La costruzione del castello e lo scavo del fossato in conformità alle nuove dottrine fortificatorie comportò la demolizione della cattedrale romanica e del quartiere che la circondava. Fu pertanto costruita una nuova cattedrale in una espansione dell abitato sulla parte bassa del pianoro dove sorge la città. Le quattro torri cilindriche agli angoli sono sostenute da ridotti che costituiscono la scarpa del fossato utilizzati come prigioni Tutto l edificio è circondato da un profondo fossato. All interno si apre un ampio cortile circondato da un loggiato rinascimentale. Di fronte al castello c è invece una piazza attorniata da un porticato e una fontana monumentale concessa a Venosa da Carlo d Angiò. Da fortezza fu trasformato in dimora signorile da Carlo ed Emanuele Gesualdo con l aggiunta della loggia interna dell ala nord ovest e dei ridotti alla base dei torrioni. Ospitò dal 1612 l Accademia dei Rinascenti. Al suo interno negli ambienti ricavati nei basamenti delle torri il castello ospita il Museo nazionale di Venosa che conserva soprattutto le ricche testimonianze della colonia romana di Venusia.

Castelli Castello di Lagopesole

Castello di Lagopesole

Avigliano


Il castello di Lagopesole è un’altra splendida testimonianza del passaggio di Federico II in Basilicata. Sorge su una montagnetta alla quota di 820 m sul livello del mare posta sullo spartiacque tra i fiumi Ofanto e Bradano in Basilicata. Il castello sorge nel borgo di Lagopesole che aprendosi a ventaglio sul fianco rivolto a sud della collina fa parte del comune di Avigliano. Di origine normanna la fortezza fu voluta da Federico II di Svevia. In un documento del 1242 l Imperatore commissionò l opera che divenne un maniero di caccia e congiuntamente una fortezza. Il castello ha forma di parallelepipedo con torri ad angolo e con l ingresso stretto tra due torri che si affiancano al portale. Presenta due cortili: il minore di epoca altonormanna conserva al centro un mastio donjon quadrato che curiosamente è fuori asse rispetto al resto della struttura caratteristica che indica che molto probabilmente è anteriore alla costruzione del castello antistante. La torre il Donjon è caratterizzata da una muratura bugnata nella parte superiore elemento tipico dell architettura sveva. In questo caso l edificio è molto probabilmente risalente all epoca di Enrico VI di Svevia. Anche le due teste un uomo e una donna scolpite lì fanno pensare ai castelli degli Svevi nell Alsazia costruiti nella fine del XII secolo. Il castello presenta una compattezza tipica dei castelli federiciani con solo tre feritoie che si aprono sulle pareti sud est ed ovest mentre su quella nord c è l unico possibile accesso. Il cortile maggiore risalente all ampliamento iniziato da Federico II di Svevia nel 1242 sui resti di precedenti costruzioni normanno sveve a scopo militare ed angioine a scopo residenziale include una vasta cisterna ed una grande cappella. Proprio quest ultima è una peculiarità che contraddistingue questo castello da tutti gli altri attribuiti a Federico II di Svevia. Infatti la presenza al suo interno di questo luogo di culto è l unico esempio tra tutti quelli risalenti a quell epoca imperiale. La chiesa in un austero stile romanico che i restauri effettuati negli ultimi anni del XX secolo hanno portato alla luce nel suo originario aspetto ha un abside semi circolare e l entrata decorata con il motivo dei denti di sega tipico dell età angioina.

Castelli Castello di Melfi

Castello di Melfi

Melfi


Il castello di Melfi si colloca tra i più importanti castelli medievali d’Italia. I Normanni iniziarono a costruirlo alla fine dell’XI secolo e le dominazioni successive di Svevi e Angioini ampliarono quello esistente. Eretto per scopi militari è incentrato su un lungo muro di cinta con sparse 8 torri tre di forma poligonale e cinque di forma rettangolare con l interno diviso in due grossi corpi. La forma del castello è un rettangolo irregolare a causa della base su cui è stato eretto dove si accede da un ponte in pietra che scavalca un profondo fossato. Si accede al cortile attraversando un grande portale del 700 dal quale è possibile vedere le scuderie ed i cortili dello Stallaggio e del Mortorio di origine Angioina. È di notevole prestigio la Sala del Trono e la Sala degli Armigeri. Il castello si erge imponente sul centro abitato. Tra gli otto torrioni spicca la famosa Torre dell’orologio uno dei due bastioni che accoglie i visitatori al loro ingresso. La torre ospita al suo interno il Sarcofago di Rapolla opera in marmo di grande pregio creata da artisti dell’Asia Minore nel II secolo recante sul coperchio una splendida figura di una donna distesa. È tra queste mura che Federico II ha scritto un importante pezzo di storia promulgando le Costituzioni Melfitane la più grande opera legislativa del Medioevo. Oggi il castello di Melfi è sede del Museo Archeologico Nazionale dove sono conservate le testimonianze relative allo sviluppo culturale dei siti indigeni dell area del melfese che vanno dal VII VI secolo a. C.