Basilicata Comuni

Nova Siri
Nova Siri sorge sulla costa jonica ai confini con la Calabria. Dalla posizione del castello si evince come in passato il luogo sia nato principalmente come avamposto militare e civile a presidio delle coste joniche contro le scorrerie saracene. Non possiamo stabilire con esattezza se le origini siano da collocarsi nel periodo romano o bizantino. Successivamente fra il XIV e il XVI secolo fu feudo della famiglia spagnola Sandoval de Castro il cui più famoso esponente fu don Diego Sandoval de Castro amante della contessa Isabella Morra figlia del conte Morra signore di Favale oggi Valsinni. Nova Siri fu la patria della famiglia Settembrini di cui oggi resta un imponente palazzo la cui costruzione risale al 1728. Tra gli ambienti di maggior pregio vi era un salone a cui si accedeva attraverso porte in castagno dotate di preziose maniglie in porcellana e un antico frantoio costruito interamente in pietra. Il Santo Patrono è San Giuseppe festeggiato il 19 marzo. Nova Siri è anche un importante centro balneare della Basilicata con le sue spiagge bianche il mare digradante e cristallino e con un’ottima e variegata scelta di strutture ricettive. 75020 Largo Dottor Melidoro, 75020 Nova Siri, MT
Oliveto Lucano
Oliveto Lucano sorge nell’entroterra della Basilicata al centro del Parco regionale di Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane alle falde del monte Croccia sulla cui sommità troviamo il complesso megalitico di Petre de Mola utilizzato probabilmente dagli antichi abitanti del Monte Croccia come un calendario di pietra per indicare particolari date dell’anno solstizio d inverno e solstizio d estate a scopo rituale ed a fini pratici. Le sue origini risalgono al periodo normanno e da alcuni documenti sappiamo che nel 1030 fu possedimento dei Cavalieri di Malta. Conobbe anche la dominazione aragonese. A Oliveto Lucano c’è una consolidata tradizione di lavorazione del legno come si può notare passeggiando per il centro storico e osservando i portoni delle abitazioni. Si tratta di antichi portoni in legno finemente intarsiati e ben conservati. Risalgono alla fine dell’800 inizi del 900 e sono stati realizzati dai Maestri d’Ascia il più delle volte su commissione delle famiglie dell’epoca più facoltose. La festa patronale in onore di San Cipriano ad agosto è strettamente connessa alla Festa del Maggio. Si celebra il matrimonio fra due alberi: il Maggio lo sposo ovvero il cerro più alto e dritto dell’intero bosco e la Cima la sposa cima appunto di un agrifoglio. Il 10 e l’11 agosto la coppia si innalza in paese il giorno 12 si assiste alla scalata degli alberi in segno di devozione al santo patrono. 75010 Via della Libertà, 1, 75010 Oliveto Lucano, MT
Oppido Lucano
Oppido Lucano sorge nell’Alta Valle del Bradano in un territorio caratterizzato da colline alternate a valli. Oppido Lucano è custode di una lunga storia vide il susseguirsi di diverse dominazioni. All’epoca romana risalgono i resti di ville rustiche i complessi termali di Sant’Igino e Masseria Ciccotti con i relativi acquedotti. Il nucleo abitativo che noi oggi conosciamo si è sviluppato lungo le prendici del Monte Montrone ed è caratterizzato da vicoli scalette e case diroccate di chiara impronta medievale. Tra l’XI e il XII sec. iniziò la costruzione del castello non tanto e non solo per scopi militari ma per ospitare cavalieri e per una nuova organizzazione dei territori circostanti il castello di Oppido era destinato pertanto ad attirare i coltivatori della terra e nello stesso tempo proteggere il fiume Bradano a destra e a sinistra per evitare l avanzata soprattutto dei Saraceni. Oggi della struttura originale sono sopravvissuti il portale d ingresso sormontato dallo stemma degli Orsini. Dal punto di vista artistico interessanti sono la chiesa Parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo XVII sec. e il convento di Sant Antonio del XV sec. con annessa chiesa. Interessante è anche la chiesa rupestre di Sant’Antuono tra le meglio conservate della Basilicata risale al XIII XV sec. e fu costruita da monaci basiliani. La vita a Oppido Lucano è fatta di cose semplici una semplicità che si riscontra anche nei sapori e i piatti tipici del territorio omaggiati dalla Sagra della pasta a mano manifestazione che promuove la gastronomia locale e in particolare la pasta fresca. La manifestazione che si svolge ad agosto esalta il piacere della convivialità intorno ad un buon piatto di pasta condito con sugo legumi o verdure accompagnato da un buon bicchiere di aglianico. La festa patronale è a giugno in onore di Sant’Antonio da Padova. 85015 Via Bari, 16, 85015 Oppido Lucano, PZ
Palazzo San Gervasio
Palazzo San Gervasio è un piccolo comune della provincia di Potenza di origine normanna e il nome rimanda infatti al palazzo fatto edificare dall’Imperatore Federico II di Svevia. Il paese ospita un castello di origine normanna che l’imperatore scelse come posto di villeggiatura da lui amato soprattutto per i ricchi boschi in cui praticava la caccia col falcone e che fu sede di allevamento per i più bei cavalli purosangue di tutto il Sud Italia. Oggi del castello è possibile ammirare la facciata originaria con due torrioni a punta quadrata su cui si aprono quattro bifore e una trifora centrale simile ad una loggia. Alle spalle del palazzo si erge un’altra costruzione coeva e destinata alle scuderie imperiali. In epoca medievale si sono succedute diverse famiglie nobiliari sul territorio. Interessante a Palazzo San Gervasio è la Pinacoteca D’Errico allestita nelle sale che lo stesso Camillo d’Errico raffinato mecenate lucano e collezionista appassionato aveva predisposto a Palazzo San Gervasio per ospitare la propria raccolta. Negli ultimi anni la pinacoteca è stata impreziosita dalla sezione archeologica I guerrieri di Palazzo che espone reperti provenienti da recenti indagini con ritrovamenti eccezionali. Dal punto di vista artistico è interessante la chiesa di San Nicola del XIX sec. in stile romanico pugliese ma esistente già dal 1544. Palazzo San Gervasio è il luogo ideale scelto dagli amanti della pesca sportiva. Qui infatti sorge una riserva naturale tra le più apprezzate nel panorama sportivo meridionale dedicato alla pesca: il Lago Fontetusio conosciuto anche come Lago Santa Giulia. La festa patronale è in onore di Sant’Antonio da Padova a giugno ma il paese organizza anche un’importante festa ad agosto in onore di San Rocco. 85026 Via Roma, 34, Palazzo San Gervasio PZ, Italia
Paterno
Paterno è un comune della pianura della Val d’Agri frazione di Marsico nuovo fino al 1973. Le origini di questo piccolo borgo sono antichissime al periodo romano risalgono alcune ville rustiche come quella ritrovata in località Aggia. In località Valle Romana invece gli scavi archeologici degli anni ’60 hanno restituito numerosi reperti. Il centro del paesino è caratterizzato da vicoli stradine giardini e palazzi storici come Palazzo Arco della Volpe risalente agli inizi del XIX secolo con una caratteristica struttura ad arco. Importante è anche Palazzo Rautiis del XIX secolo sorto come casino di campagna dall’imponente sagoma e con due torrette laterali e robuste mura in pietra. Tra i prodotti tipici di Paterno spiccano i latticini tra cui rinomato è il caciocavallo podolico. Come tutti i territori della Valle dell’Agri anche Paterno ricade nel territorio del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val D’Agri Lagonegrese un luogo prediletto per escursioni di vario genere come il trekking e il cicloturismo. Tra le escursioni più interessanti c’è quella alla sorgente Sorgitora cui si arriva attraverso un percorso stretto e tortuoso. Interessanti da ammirare sono gli inghiottitoi fenomeni di carsismo presenti sul rilievo montuoso costituito da rocce calcaree che interessano il percorso da intraprendere per raggiungere la meta della sorgente. Protettrice del comune è la Madonna del Carmelo ma tra le tradizioni più particolari di Paterno c’è la Madonna del Terremoto. Il 16 dicembre 1857 un terribile terremoto colpì la Basilicata. Per la Val d Agri fu una vera e propria catastrofe. Gli abitanti di Paterno il giorno successivo decisero di portare in processione la statua della Madonna del Carmine per le strade del paese. La leggenda narra che non appena la processione giunse nei pressi dell attuale rione Pantano la Madonna di fronte alle case distrutte e ai carri pieni di cadaveri girò il volto e i suoi occhi versarono sangue. L evento miracoloso viene ricordato ogni anno il 17 dicembre. 85050 Piazza Isabella Morra, 2, Paterno, PZ
Pescopagano
Pescopagano sorge al confine con le province di Salerno ed Avellino ed è uno dei paesi da cui un tempo passava l’antica Via Appia. Pescopagano ha una storia molto antica che risale ai Goti e ai Longobardi il suo territorio fu teatro delle guerre sannitiche e tra il IX e X secolo venne attaccato più volte dai Saraceni cui si deve la costruzione di un fortilizio. Fu un borgo feudale e appartenne a diverse famiglie fino alla fine della feudalità. Il centro storico del paese è ricco di palazzi appartenuti alle antiche famiglie gentilizie che risalgono al 700 ’800. Interessante da ammirare nella piazza del paese è la Torre dell’Orologio la quale costruita sull’antica Porta Sibilla presenta in una nicchia il busto in pietra di Giano bifronte antica divinità mitologica. Di quello che un tempo è stato un castello oggi restano pochi ruderi. Di particolare importanza invece è il museo di arte sacra parrocchiale il cui allestimento consente di apprezzare sculture in legno e marmo dipinti paramenti sacri e un settore miscellaneo che raccoglie la memoria della comunità cristiana. Il borgo di Pescopagano presenta un cospicuo numero di chiese tra cui ricordiamo il Santuario di Montemauro sulla cima dell’omonimo monte a circa 5 chilometri dal centro abitato. Tutte le domeniche di maggio e sino al 15 agosto i fedeli raggiungono il Santuario a piedi per onorare la vergine. Antichissima è poi la chiesa di San Giovanni Battista la cui iscrizione sul frontone indica la sua edificazione nel 970. Nell’anno Mille i Normanni fondano l’Abbazia di San Lorenzo in Tufara a poca distanza dall’abitato della quale oggi restano solo alcune rovine. Tra gli eventi che caratterizzano Pescopagano c’è la Sagra della Podolica di Pescopagano che si svolge ogni anno ad agosto e che propone prodotti ricavati dalla rinomata razza bovina. Interessante è il Volo dell’Angelo che si svolge a giugno nella piazza in occasione dei festeggiamenti per il patrono San Francesco da Paola. Per gli amanti delle passeggiate nel verde non può mancare la visita al bosco Le Rose. 85020 Piazza della Vittoria, 1, Pescopagano, PZ
Picerno
Picerno è un piccolo comune della provincia di Potenza. La sua fondazione risale all’anno 1000 come fortezza normanna dotata anche di mura difensive. Fu un feudo e come tale fu governata da diverse famiglie nobili nel corso dei secoli. Nel XVI secolo a Picerno fu edificato il convento dei Cappuccini che divenne un fiorente centro di studi teologici. Nel Settecento fu tra i comuni più vivaci a volersi sottrarre al potere economico ecclesiastico e feudale. Nel 1799 raccolse i seguaci delle nuove idee liberali che guidati da Girolamo e Michelangelo Vaccaro di Avigliano opposero strenua resistenza all’esercito sanfedista e borbonico. La lotta furibonda fu seguita dal saccheggio. I trucidati furono 71 tra cui 20 donne e il sacerdote Nicola Caivano. Un evento che viene ricordato ogni anno il 10 maggio proprio in ricordo di questo eccidio. Nel centro storico è possibile ammirare diversi palazzi storici e la Torre Medioevale di forma cilindrica che domina il borgo. Importante è la chiesa di San Nicola ricostruita sui ruderi del castello medioevale. Picerno è nota per i suoi insaccati. Circa il 50 della produzione di salumi lucani avviene nelle aziende Picernesi. Tipica è la salsiccia Lucanica che si fregia del marchio indicazione geografica protetta IGP. Tra gli altri salumi sono degni di nota la soppressata il pezzente la pancetta e il prosciutto. Ogni anno il comune celebra Porklandia un evento incentrato proprio sulle prelibatezze ricavate dalla carne del maiale e che richiama un grande numero di visitatori. La festa patronale è a maggio in onore di San Nicola. 85055 Via Giacinto Albini, 2, Picerno, PZ
Pietragalla
Pietragalla si estende su tre monti: Monte Terra Monte Serra e Monte San Michele. Paese di origini medievali la sua fondazione risalirebbe al X sec. Il comune subisce l’influsso della presenza francese periodo a cui risale la costruzione dell’attuale strada Breccia. Influenza che tra l’altro si riscontra anche nell’uso dell’attuale dialetto nelle tradizioni e nei costumi. Di notevole interesse nel paese sono la chiesa del XVI sec. di San Nicola rifatta in stile barocco nel 1700 ed attualmente chiusa in seguito al terremoto del 1980 ed il palazzo Ducale degli Acquaviva d Aragona restaurato nel XVII sec. L edificio conserva bellissime tele di scuola napoletana ed ha sul soffitto un bellissimo affresco raffigurante il Ratto delle Sabine del 1700. Ma ciò che attira di più a Pietragalla sono i famosi Palmenti Ipogei. Un complesso di grotte che hanno origine nella prima metà del XIX secolo circa visibili all’ingresso del paese e simili ad abitazioni rurali. Un borgo vinicolo formato da costruzioni di architettura rupestre costruito dai francesi della Provenza dotate al loro interno di vasche ricavate nella roccia tufacea per la lavorazione e la fermentazione dell’uva. Di notevole importanza è la festa patronale in onore di San Teodosio celebrata a maggio sebbene la festa del santo sia a ottobre. Il momento più caratteristico delle celebrazioni è la fiaccolata che si snoda per le vie del paese insieme alla statua di San Teodosio. Oltre alla statua del santo patrono vengono portati dai fedeli anche i simulacri degli altri santi che dimorano nelle varie chiese del paese. 85016 Via Cadorna, 6, Pietragalla, PZ
Pietrapertosa
Pietrapertosa sorge incastonata nello scenario delle Dolomiti Lucane ha un paesaggio rupestre e montano dove la roccia che è così presente nel centro abitato è parte integrante della struttura urbanistica. Pietrapertosa ha conservato la fisionomia medievale soprattutto nella parte più antica situata alle pendici del castello denominata Rabata antico nome saraceno a ricordo anche del passaggio di questa popolazione sul territorio. La presenza dell’uomo in questa zona risale a tempi molto remoti che molte volte ha scelto questa zona per i propri insediamenti in quanto il territorio da sempre ha presentato questo carattere di fortezza naturale. Pietrapertosa è il comune più alto della Basilicata e si sviluppa sulle rocce delle Dolomiti Lucane. Il castello esistente prima dell’arrivo dei normanni venne ampliato da quest’ultimi. Il maniero ha una scala d’accesso che poggia direttamente sulla roccia. Oggi di questa antica fortezza restano le mura perimetrali l’arcone d’ingresso un torrione di avvistamento ed alcuni alloggiamenti scavati nella roccia. Nel centro storico merita di essere visitata la chiesa madre dedicata a San Giacomo Maggiore risale al 400 e conserva al suo interno testimonianze di arte lucana del XV XVIII. Passeggiando per il centro storico notevoli sono i palazzi signorili con portali in pietra decorati con fiori quadrati iscrizioni o emblemi. Interessante è anche il Convento di San Francesco d’ Assisi del 1474 organizzato intorno ad un chiostro quadrato. Tra gli eventi che caratterizzano Pietrapertosa e che richiamano numerosi visitatoti c’è la Festa del Maggio che si svolge a giugno è uno dei riti arborei della Basilicata e coincide con la festa in onore di Sant’Antonio da Padova. Ad agosto invece si svolge la manifestazione Sulle tracce degli Arabi a ricordo del lungo periodo di dominazione del comune lucano di cui resta traccia nell’architettura e nel dialetto. I vicoli della Rabata si riempiono per l’occasione di profumi e addobbi arabi. Il territorio di Pietrapertosa fa parte del Parco di Gallipoli Cognato e delle Dolomiti Lucane pertanto è il luogo ideale per le escursioni. Pietrapertosa è nota a livello nazionale ed internazionale per ospitare un attrazione turistico sportiva denominata Volo dell angelo che la unisce per mezzo di due cavi d acciaio su cui è possibile scivolare a 120 km orari ad un altezza di circa 400 m al comune di Castelmezzano. E’ un’attrazione turistica che richiama migliaia di turisti ogni anno. Patrono del comune è San Giacomo festeggiato il 25 luglio. 85010 Via della Speranza, 159, Pietrapertosa, PZ
Pignola
Pignola è un paese tipico della montagna lucana con una ricca varietà di paesaggi infatti è ricca di boschi castagneti e zone di abeti bianchi e rossi. Nel territorio di Pignola incontriamo anche la zona piana di Pantano con il lago che da qualche tempo è Oasi Faunistica gestita dal WWF Italia. In quest’oasi è possibile vedere l’airone rosso il marangone il tarabusino la sgarza il tuffetto lo svasso il codone la folaga ed altre specie sottoposte dalla normativa internazionale a protezione rigorosa. L’oasi inoltre è riconosciuta come un’importante area di sosta sulla rotta migratoria verso l’Africa. A pochi chilometri dal lago sorge anche una riserva regionale che ospita una numerosa colonia di cervi. Il comune fino al 1863 si chiamava Vineola e ha una storia molto antica un territorio conosciuto già in epoca antica ma notizie più certe si hanno a partire dall’anno 1000. Un ruolo importante Pignola lo vive con Federico II di Svevia che affidò alla popolazione la riparazione del castello di Lagopesole. Dopo la morte dello Stupor Mundi Pignola passa di feudatario in feudatario. A Pignola tra il XVI e il XVII secolo arrivarono numerose famiglie di profughi albanesi cercando rifugio dall’invasione turca nelle loro terre. Pignola è nota anche come il Paese dei Portali essi sono innumerevoli e vari per forma e struttura e risalgono al 1600. Ogni portale prende il nome dalla famiglia originariamente proprietaria del palazzo. Accanto ai portali nella maggior parte dei casi sono presenti mascheroni a cui legavano gli animali spesso figure demoniache ritenute utili contro il malocchio. Stesse figure sui batacchi dei portoni elemento metallico di varie dimensioni usato per bussare alla porta forse per scatenare l invidia dei visitatori. Pignola è rinomata anche per il Fagiolo Rosso Scritto al quale ogni anno a novembre viene anche dedicata una sagra che si svolge presso il Santuario Maria Santissima degli Angeli. A maggio invece in occasione della festa di Maria SS. degli Angeli si svolge la processione della Uglia. Un piccolo trono di stoffa a forma di guglia su cui è dipinta l immagine della Madonna viene portato in processione per le vie del paese da un gruppo di giovani. E’ una processione molto particolare e unica in tutta la regione. 85010 Via Risorgimento, 1, Pignola, PZ
Pisticci
Pisticci sorge sulla valle del fiume Basento e il suo territorio si presenta argilloso e ricco di calanchi. Si compone di numerose frazioni e borghi. Il ritrovamento di alcune necropoli datano le origini del luogo al X sec. a.C. Pisticci fu dominio prima greco e poi a seguito della sconfitta di Taranto passò sotto il dominio romano. Nell’anno 1000 i Normanni lo trasformarono in feudo e nel corso dei secoli fu posseduto da diverse famiglie nobiliari. Nel rione Torrevecchia particolare importanza riveste la chiesa dei SS. Pietro e Paolo risalente al 1542 nel cui interno si possono ammirare altari lignei intagliati e dipinti del 1700 ed alcune interessanti tele di scuola napoletana. In località San Basilio invece si trova una masseria fortificata edificata inizialmente come castello da Ruggero il Normanno e poi trasformata dai monaci basiliani in abbazia. A Pisticci ha sede la celebre azienda Amaro Lucano S.p.A. dall anno della sua fondazione avvenuta il 1894 ad opera di Pasquale Vena. Tra gli eventi importanti spicca la festa patronale il 16 agosto in onore di San Rocco. 75015 Piazza dei Caduti, 1, Pisticci, MT
Policoro
Policoro sorge nella piana di Metaponto a pochi chilometri dall’antica città di Eraclea e ha lo statuto di comune dal 1959 quando ha cessato di essere frazione di Montalbano Jonico. Come testimoniato dagli scavi archeologici Policoro fu un importante centro della Magna Grecia risalente al VI sec. a. C. nel 280 in questo territorio i romani combatterono contro Pirro. A partire dal Medioevo il centro della città si sviluppò in torno al Castello Baronale che fu proprietà anche della famiglia dei Sanseverino fino al 1600 quando a seguito di un voto da parte di un membro di questa famiglia il castello venne donato ai gesuiti che lo trasformarono in monastero. Nel 1772 il castello divenne possedimento borbonico poich il re Ferdinando IV cacciò i gesuiti dal Regno delle Due Sicilie. A Policoro è possibile visitare la Riserva Naturale Bosco Pantano di Policoro un’area naturale protetta istituita pochi anni fa all’interno della quale è possibile visitare alcune oasi del WWF Italia. Policoro è rinomata anche per le sue coltivazioni ortofrutticole e punta di diamante di queste produzioni è la fragola nella varietà Candonga rinomata per il colore rosso e il sapore dolce. In onore di questo prodotto ogni anno nel comune si svolge la Sagra della Fragola un modo per puntare i riflettori sul posto e sulle sue ricchezze agroalimentari. La festa patronale si svolge il mese di maggio in onore di Santa Maria del Ponte. 75025 Piazza Aldo Moro, 1, Policoro, MT