Basilicata Comuni

Tramutola
L’attuale centro nasce nel XII secolo grazie all’operato dei monaci Benedettini appartenenti all’abbazia di Cava de’ Tirreni. Il Patrono della città è la Madonna dei Miracoli che si festeggia il 17 Maggio. Ciò che incuriosisce è l’origine di questa devozione. Il 17 maggio del 1853 la processione in onore della Madonna venne organizzata per invocare la pioggia dopo che un periodo di siccità stava compromettendo la fertilità delle campagne. I testimoni presenti quel giorno giurarono di aver visto la statua della Madonna indietreggiare da sola mentre i portatori sentivasi sospingere indietro da una virtù sensibile . Il miracolo si ripet 5 volte in 5 punti diversi del paese. Dopo la processione quando la statua era già stata riposta in chiesa sul suo petto apparve una fiammella di un acceso color rosso. Il pomeriggio del giorno seguente la pioggia tanto invocata fece finalmente la sua comparsa. Da quell anno il 16 maggio quando le strade del paese ospitano la fiera e il 17 maggio sono per Tramutola giorni di festa. L ultima domenica di maggio sempre in onore della Madonna dei Miracoli si svolge un’altra particolare processione in cui la statua della Madonna è trasportata su una barca di rose. 85057 Piazza del Popolo, 8, 85057 Tramutola, PZ
Trecchina
Fra le varie teorie riguardo l’origine del nome la più semplice e fantasiosa ma forse più verosimile in mancanza di fonti ufficiali è quella secondo cui Trecchina derivi da tre chine cioè le tre vette che sovrastano l altopiano dove sorge il paese. È un piccolo centro abitato da circa 2200 abitanti immerso in uno splendido paesaggio tipicamente appenninico circondato dal verde. Oltre ad ammirare la notevole bellezza paesaggistica a Trecchina è possibile gustare numerose ricette della tradizione locale. La tradizione gastronomica si rispecchia nel famoso pane di Trecchina consumato dai pastori durante la transumanza poich si conserva morbido e gustoso per lungo tempo è da sempre molto apprezzato. La tipicità dei prodotti è in gran parte costituita dalla pasta fatta in casa condita con sughi di carne e verdura e legumi e poi ancora dai buonissimi salumi e formaggi. Inoltre sono molti i prodotti locali che hanno come ingrediente la castagna come le panzaruotte de castagne e il rinomato gelato. In autunno la Sagra della castagna è uno degli eventi più importanti di Trecchina. La chiesa di San Michele Arcangelo patrono della città festeggiato il 29 settembre è una delle più grandi della regione. 85049 Via Roma, 17, 85049 Trecchina, PZ
Tricarico
Tricarico è uno dei paesi lucani con una ricca storia e con un patrimonio artistico e storico architettonico che merita particolare attenzione da parte del visitatore. È un paese che si può definire arabo normanno infatti ha visto la dominazione di entrambi i popoli e che hanno lasciato delle tracce nell’impianto urbano e nelle tradizioni del luogo. All’epoca normanna risale la costruzione del castello con annessa la torre poi modificato nel periodo successivo normanno svevo. Dal 1930 l’imponente maniero ospita il Convento delle Discepole di Gesù Eucaristico. Grande importanza ha il Palazzo Ducale di età cinquecentesca ha soffitti lignei e dipinti del 700. Dal punto di vista religioso è molto importante il Santuario di Santa Maria delle Fonti dove nel mese di maggio hanno luogo diversi rituali in onore della Madonna e che vedono la partecipazione di numerosi fedeli anche dai paesi limitrofi. La festa patronale invece è in onore di San Pancrazio il 12 maggio. Una processione parte dalla cattedrale e si snoda per le vie del paese. La sera della vigilia si accendono grandi falò di sarmenti delle vigne di cui il santo è protettore si svolgono gare di salti tra i giovani a sfida del fuoco. Il tutto si conclude con lo spargimento delle ceneri dei falò nelle campagne a scopo propiziatorio. L’intero territorio di Tricarico è inserito in un contesto paesaggistico ricco di boschi popolati da alberi di cerri e querce e in questo territorio è possibile visitare la quercia più vecchia della regione. Tricarico è nota anche per aver dato i natali al poeta e scrittore Rocco Scotellaro figura simbolo del rinnovamento politico e culturale del meridione. 75019 Via Don Pancrazio Toscano, 1, 75019 Tricarico, MT
Trivigno
Le prime notizie di Trivinea nome con il quale il feudo è menzionato per la prima volta nel Registro dei Baroni del XII secolo risalgono all’incirca all’XI secolo. Il 3 novembre 1861 è stato teatro di un forte scontro tra le bande di briganti guidati da Crocco e Borjes e la guardia nazionale. I briganti dopo alcune ore di battaglia ebbero la meglio e misero a ferro e fuoco il paese per poi lasciarlo il giorno dopo con un bel bottino. Il 29 giugno i circa 600 abitanti festeggiano San Pietro patrono della città. 85018 Piazza Plebiscito, 1, 85018 Trivigno, PZ
Tursi
Tursi è un comune collinare con una ricca storia che ha visto il susseguirsi di diverse popolazioni nel corso dei secoli e che hanno influenzato la cultura del posto. Il borgo è un centro medievale del V sec. nato originariamente attorno al castello e successivamente sviluppatosi nella vallata sottostante. Di quello che un tempo è stato un castello gotico restano solo alcuni ruderi. Le architetture riscontrabili passeggiando tra il centro storico del paese conservano ancora i segni della dominazione araba nell’antico borgo della Rabatana dove oggi è ancora possibile visitare le antiche case le strade intrecciate e capillari e i nuclei di quello che è stato il primo centro abitativo. A poca distanza dal paese sorge il Santuario dell’Anglona che nel 1931 è entrato a far parte dei monumenti nazionali e nel 1997 grazie a Giovanni Paolo II il santuario è stato promosso a Pontificia Basilica Minore. Molto importante è anche la chiesa di San Filippo Neri in stile barocco e a partire dal 1661 è dedicata al Santo Patrono i cui festeggiamenti si svolgono il 26 maggio. La chiesa al suo interno conserva preziose opere dell’artista locale Francesco Oliva. Tursi è nota anche per la coltivazione delle arance in particolare qui si coltiva la varietà staccia che si differenzia dalle altre per il sapore zuccherino e le dimensioni infatti possono raggiungere anche 1 chilo di peso. Tursi ha dato i natali anche allo scritto Albino Pierro più volte candidato al Nobel per la letteratura. Tursi è sede diocesana. 75028 Piazza M. SS. di Anglona, 1, 75028 Tursi, MT
Vaglio Basilicata
Il centro attuale in cui risiedono circa 2000 abitanti risale al XII secolo ma nelle vicinanze in località Serra di Vaglio sono state rinvenute testimonianze di insediamenti risalenti ad un periodo compreso tra il X ed il III sec. a.C. Qui oltre a fondazioni di antiche abitazioni è visibile una fortificazione costruita con blocchi di pietra a secco e lunga circa 7 Km VI sec. a.C. mentre nella zona più a valle sono state rinvenute alcune sepolture appartenuti a nobili e guerrieri come dimostrano le fibule i gioielli e le acconciature femminili nonch le armature le bordature per cavalli. Poco più a nord di Vaglio in località Macchia di Rossano è stato rinvenuto un complesso sacrale monumentale del IV sec. a.C. dedicato alla Dea Mefitis. Da visitare oltre agli scavi archeologici la Chiesa Madre di San Paolo Apostolo risalente al 1400 dove si conserva il corpo di San Faustino Martire patrono del paese festeggiato la terza domenica di Maggio. 85010 Via Carmine, 106, 85010 Vaglio Basilicata, PZ
Valsinni
Valsinni un piccolo comune della provincia materana sorge tra il fiume Sinni e il Monte Coppolo sulla cui sommità è possibile visitare i resti di un’antica città fortificata che alcuni archeologi hanno identificato come l’antica Lagaria. Fino al 1873 questo piccolo borgo era noto come Favale toponimo che indica terra ricca di sorgenti . Valsinni è stato un centro feudale e numerosi signori si sono succeduti al suo comando tra i quali ricordiamo Gian Michele Morra padre della poetessa Isabella Morra. Valsinni e il suo castello sono strettamente legati alle vicende di questa giovane donna uccisa dai fratelli poich intratteneva un rapporto epistolare con il barone spagnolo Diego Sandoval de Castro. Il borgo è caratterizzato da vicoli separati tra loro dai gafi questi passaggi coperti in pietra che passano sotto un abitazione e si sviluppa appunto intorno al castello di chiara impronta aragonese e collocato nel punto più alto del paese. Oltre al Castello Baronale dei Morra meritano attenzione la Chiesa Madre dedicata all’Assunta e che conserva al suo interno le reliquie di san Fabiano patrono di Valsinni. San Fabiano viene celebrato due volte all anno: la festa liturgica è fissata al 20 gennaio giorno del martirio quando si svolgono le celebrazioni religiose e una prima processione mentre il 10 maggio si tengono i riti civili. Interessante è anche il Mulino di Palazzo Mauri dove si trovano grosse vecchie macine di pietra a ricordo di un’antica tradizione di mugnai presente sul territorio e di una società dedita prettamente alla vita agricola. Valsinni nonostante la sua semplicità si è aggiudicata il titolo di Bandiera Arancione un marchio di qualità turistico ambientale che viene conferito dal Touring Club Italia ai piccoli comuni dell’entroterra italiano. Proprio per la sua semplicità ed autenticità Valsinni è stato inserito dalla rivista Vanity Fair tra i quattordici borghi più romantici e belli della penisola. Intorno alla figura di Isabella Morra è stato ideato il Parco Letterario dedicato appunto alla poetessa. Esso è un viaggio sentimentale nella vita della giovane donna che permette ai visitatori di scoprire la vita della donna i suoi scritti e i luoghi della sua breve vita. 75029 Via Sicilia, 16, 75029 Valsinni, MT
Venosa
Le origini di Venosa sono molto antiche. A pochi km dall’attuale centro infatti presso quello che oggi è il parco paleolitico di Notarchirico sono state portate alla luce testimonianze risalenti ad un periodo che va da 600.000 a 300.000 anni fa. Si tratta di numerosi utensili in pietra e di resti di grossi animali come elefanti bisonti buoi e rinoceronti appartenenti a specie estinte. È stato inoltre rinvenuto un frammento di femore di un individuo di sesso femminile di Homo erectus databile a circa 300 000 anni fa. L’attuale centro è stato invece fondato nel 291 a.C. dai Romani con il nome di Venusia. La colonia in cui si trasferirono circa 20.000 persone venne fondata sull’antica via Appia in una posizione strategica fra Lucania e Apulia. A tal proposito Quinto Orazio Flacco il più grande poeta lirico latino che a Venosa nacque e vi trascorse la fanciullezza scriveva: Lucanus an Apulus anceps: nam Venusinus arat finem sub utrumque colonus Incerto se Lucano o Pugliese: infatti il Venusino ara il terreno sul confine di entrambi. Durante l’età Romana visse un vero e proprio splendore. Fu elevata al rango di municipium batt moneta propria ed ottenne il diritto di voto e cittadinanza per i suoi abitanti. Durante il Medio Evo subì le occupazioni delle varie popolazioni che si alternarono nella zona compresa alla fine del IX secolo quella da parte dei Saraceni. Il patrimonio storico e culturale giunto fino ad oggi è davvero notevole. Sia per quanto riguarda l’età romana testimoniata da importanti scavi archeologici e da un anfiteatro tutt’ora visitabili sia per ciò che concerne le epoche successive alle quali risalgono ad esempio il Castello Aragonese l’abbazia della Trinità il complesso dell’incompiuta e i numerosi palazzi signorili e fontane presenti nel centro storico della città. Oggi è uno dei principali centri di produzione del vino Aglianico del Vulture cui abbinare i numerosi piatti tipici fra cui quella lagana e ceci decantata anche da Orazio nelle sue Satire inde domum me ad porris et ciceri refero laganique catinum. quindi me ne torno a casa al mio piatto di porri di ceci e di lagane . E all’illustre concittadino è dedicato il Certamen Oraziano inizialmente una semplice gara di traduzione dei suoi testi ad opera di studenti dei Licei Italiani e che oggi è diventato un evento di portata internazionale. Altro Venosino celebre è stato Carlo Gesualdo compositore e Principe dei Madrigali vissuto a cavallo fra i secoli XVI e XVII. Attualmente Venosa è abitata da circa 12.00. abitanti che il 16 Agosto di ogni anno iniziano una tre giorni di festa in onore del Patrono San Rocco. 85029 Piazza Municipio, 2, 85029 Venosa, PZ
Vietri di Potenza
La porta della Basilicata così viene chiamato Vietri di Potenza poich è il primo paese Lucano per chi arriva in regione dalla vicina Campania. E’ un piccolo centro di circa 2.800 abitanti ricco di bellezze naturali essendo immerso nello splendido scenario della Valle del Melandro ma anche di bellezze architettoniche come testimonia il convento dei frati Cappuccini del XVII secolo. La prima domenica di Maggio si festeggia Sant’Anselmo martire. 85058 Viale Tracciolino, 3, 85058 Vietri di Potenza, PZ
Viggianello
Ci sono testimonianze di un Castrum di presidio in età Romana ma secondo altre fonti già precedentemente esisteva un centro fondato da profughi Greco Achei. Dopo i Romani passò attraverso Longobardi Bizantini e Normanni periodo in cui il centro abitato iniziò a consolidarsi continuando con Angioini Svevi e Aragonesi. Conserva un discreto patrimonio storico e culturale fra cui alcuni palazzi settecenteschi ed un castello medievale. Riguardo alle dominazioni greca e romana si segnalano le località Spidarea e Valle Laura in cui sono stati rinvenuti numerosi frantumi di tegoloni usati per le tombe cocci di anfore vasi a figure rosse piatti armi armature e mura. Il 25 Novembre i circa 3000 abitanti di Viggianello festeggiano Santa Caterina d’Alessandria. 85040 Corso Senatore de Filpo, 85040 Viggianello, PZ
Viggiano
Viggiano è un piccolo centro di circa 4400 abitanti situato nell’alta Val d’Agri. E’ famoso per avere nel suo territorio il più grande giacimento di petrolio dell’Europa continentale grazie al quale l’Italia è il sesto produttore Europeo di petrolio. Ma l’elemento peculiare per cui è noto in regione e in tutto il meridione è la presenza del Santuario della Madonna Nera importante centro di fede mariana e meta di numerosi pellegrinaggi. La Madonna nera è anche il Santo Patrono del paese festeggiata la prima domenica di settembre. 85059 Via Roma, 51, 85059 Viggiano, PZ