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Tra i ricercatori che hanno fotografato la variante Omicron c'è una lucana

É Rossana Scutari, originaria di San Costantino Albanese, un piccolo comune in provincia di Potenza

Tra i ricercatori che hanno fotografato la variante Omicron c'è una lucana
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Tra i ricercatori che hanno fotografato la variante Omicron c'è una lucana

É Rossana Scutari, originaria di San Costantino Albanese, un piccolo comune in provincia di Potenza

Da più di un anno la pandemia ha costretto il mondo intero a rivedere le proprie abitudini quotidiane, instillando nella popolazione un senso di incertezza che mai nessuno avrebbe potuto immaginare. L'arrivo di una nuova variante, chiamata con la tredicesima lettera dell'alfabeto greco “Omicron” ha confuso ulteriormente l'opinione pubblica, la quale ormai si chiede quando finirà tutto questo. Nel frattempo la scienza continua a lavorare e i ricercatori italiani, tra i primi al mondo nonostante un sistema che non gli riconosce i meriti dovuti, sono stati i primi a fotografare questa nuova variante.

La prima immagine di questa mutazione è stata realizzata da tre italiani dell'area di ricerca del Bambino Gesù di Roma coordinata da Carlo Federico Perno con la supervisione della professoressa Claudia Altieri dell'Università Statale di Milano: Valentino Costabile, Luna Colagrossi e Rossana Scutari. Quest'ultima è originaria di San Costantino Albanese, un paesino di 600 abitanti in provincia di Potenza. La foto scattata mostra la struttura della proteina Spike delle varianti Omicron e Delta, rispetto alla Spike originale del Sars Cov-2.

Rossana Scutari, appena 30enne, ha studiato presso l'ateneo romano di Tor Vergata, dove ha frequentato dapprima la triennale in “Tecniche di laboratorio biomedico”, ha poi conseguito la specialistica in “Biotecnologie mediche” e infine ha vinto il concorso per un dottorato di ricerca in “Microbiologia e virologia”. Attualmente è ricercatrice presso l'Università Statale di Milano, in convenzione con l'Ospedale romano del Bambino Gesù, dove lavora.

I primi commenti all'eccellente lavoro svolto dalla cittadina lucana arrivano direttamente dal sindaco del borgo immerso nel Pollino, Renato Iannibelli, il quale ha affermato: «siamo orgogliosi della nostra giovane ricercatrice e le auguriamo di raggiungere sempre nuovi traguardi».
In un'intervista rilasciata al Quotidiano del Sud, la giovane ricercatrice ha parlato a lungo del duro lavoro dietro la fotografia scattata, spiegando anche il “mistero delle sfere rosse” sulla struttura della proteina Spike, le quali riguardano le aree soggette a mutazione e il loro grado di variabilità: «le sfere rosse indicano le aree ad altissima variabilità, le gialle a media variabilità, le verdi a bassa variabilità, le celesti a scarsa variabilità. La zona grigia, invece, rappresenta l’area conservata». Inoltre, ha sottolineato come non esistano, ancora, delle evidenze scientifiche che permettano di stabilire se la variante sia più o meno pericolosa di quelle già presenti. Per ora si è ancora al rango delle ipotesi e l'unica che si può azzardare riguarda la trasmissibilità rispetto alla Delta: «sulla base della rapidità con cui l’Omicron ha sostituito il clade Delta in Sudafrica, si potrebbe ipotizzare che questa variante possa avere una maggiore trasmissibilità. Infatti, sulla base di questo criterio, è stata definita dalle agenzie sanitarie internazionali tra le varianti più preoccupanti».

Infine, l'intervista si concentra sul capitolo vaccini e sulla loro efficacia nei confronti della variante Omicron. Anche in questo caso, la ricercatrice ha ricordato che i dati riguardanti tale mutazione sono ancora pochi per comprendere quanto questa possa incidere sull'efficacia vaccinale. Nonostante ciò, «sicuramente una copertura vaccinale elevata e la somministrazione della terza dose, che contribuirebbe ad aumentare il titolo anticorpale, aiuterebbero a contenere la diffusione di questa come di tutte le varianti».

La giovane ricercatrice ha parlato anche della sua passione e di come il mondo della ricerca italiano soffra di due grandi problemi: l'assenza di finanziamenti e quella di riconoscimenti. Nonostante ciò, i ricercatori italiani continuano a regalare un successo dietro l'altro al proprio Paese. E, a questo punto, non si può fare altro che augurarsi che questo prestigio si trasformi in un riconoscimento tangibile, da parte dello Stato, nei confronti di centinaia di ragazzi che, nonostante condizioni poco favorevoli, continuano a tenere alto il nome dell'Italia. E Rossana Scutari ne è l'esempio.

Comments :
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    Lorenzo Peterson
    15th August, 2019 at 01:25 pm
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    Tammy Camacho
    15th August, 2019 at 05:44 pm
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    16th August, 2019 at 03:44 pm
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      17th August, 2019 at 01:25 pm
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