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Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è una grande opportunità per il rilancio del turismo lucano

Saranno due i miliardi stanziati dal Pnrr per la riqualificazione dei piccoli comuni e delle aree rurali. Un'occasione da non perdere.

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è una grande opportunità per il rilancio del turismo lucano
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Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è una grande opportunità per il rilancio del turismo lucano

Saranno due i miliardi stanziati dal Pnrr per la riqualificazione dei piccoli comuni e delle aree rurali. Un'occasione da non perdere.

Una delle tante domande a cui il Piano di Ripresa e Resilienza, cioè il programma di investimenti che l'Italia ha presentato alla Commissione Europea entro il 30 aprile 2021 dal valore di 191,5 miliardi di euro, è quella relativa al reale impatto che i progetti previsti avranno sul territorio. Un quesito che diventa centrale nel caso del Meridione, da sempre una delle macro-regioni più in difficoltà non solo del Belpaese ma anche dell'Unione Europea.

Il Piano strutturale elaborato dai governi Conte e Draghi, raccoglie al suo interno una serie di riforme centrali per la crescita - e soprattutto la ripresa - economica del nostro Paese, che vanno dalla Pubblica Amministrazione alla Giustizia, passando per il Fisco, la Digitalizzazione e la Transizione ecologica. Si tratta di “6 missioni” che dovranno necessariamente essere “compiute” nel giro di pochi anni.

La prima missione è quella che riguarda la “Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura” che, attraverso la componente “Turismo e cultura 4.0”, specifica i fondi da destinare al rilancio di un settore che da solo produce il 7% del PIL e occupa il 7,1% della forza lavoro italiana (circa 2 milioni di addetti). Il rilancio di questo settore, però, non passa soltanto attraverso la valorizzazione del patrimonio artistico e culturale presente nelle grandi città. Nel dettaglio, i fondi previsti per la cultura e il turismo ammontano a 6,68 miliardi di euro, a cui vanno aggiunti 1,46 miliardi del Fondo complementare.

La voce “Turismo e cultura” è articolata in sei obiettivi:

1) Incrementare il richiamo attrattivo del sistema turistico e culturale attraverso la modernizzazione delle infrastrutture immateriali del patrimonio artistico;
2) Rigenerare i borghi e le periferie urbane attraverso la partecipazione della cultura, il rilancio del turismo sostenibile, la tutela e valorizzazione dei parchi e giardini storici;
3) Mettere in sicurezza e restaurare i luoghi di culto e il patrimonio architettonico
4) Potenziare le strutture ricettive attraverso investimenti in infrastrutture e servizi turistici strategici;
5) Supportare la transizione digitale e verde dei settori del turismo e della cultura 4.0, la rigenerazione socio-economica dei territori e promuovere l'interazione tra scuola, università, impresa e cultura;
6) Sostenere il patrimonio artistico meno noto di Roma e “Percorsi nella Storia” per promuovere la capacità attrattiva del Paese a partire da una fruizione innovativa del patrimonio, riqualificando i contesti locali attraverso forme di turismo lento e sostenibile.

All'interno di quest'ampia cornice, il primo obiettivo è quello potenzialmente strategico per la Basilicata e i 6800 comuni italiani che non superano i 5mila abitanti. Il punto pone particolare attenzione alla valorizzazione dei piccoli centri e delle aree rurali con un focus ad hoc sui borghi. I progetti di investimento valgono 2,42 miliardi di euro e sono articolati in quattro direttrici:

1) Il Piano Nazionale Borghi, dal valore di 1,02 miliardi;
2) Protezione e valorizzazione dell'architettura e del paesaggio rurale, dal valore di 600 milioni;
3) Programmi di valorizzazione identitaria dei luoghi storici e rigenerazione delle periferie urbane, dal valore di 300 milioni;
4) Sicurezza sismica nei luoghi di culto e restauro del patrimonio FEC (Fondo edifici di culto), dal valore di 500 milioni;

Nel Piano Nazionale Borghi si legge: “a fronte del sovraffollamento che ha spesso caratterizzato le attrazioni turistiche nelle principali città d’arte, tanti piccoli centri storici italiani (“Borghi”) offrono enorme potenziale per un turismo sostenibile alternativo, grazie al patrimonio culturale, la storia, le arti e le tradizioni che li caratterizzano". In sostanza, i flussi turistici italiani si concentrano soprattutto nelle grandi città, generando fenomeni di “sovraffollamento turistico” difficili da gestire e deleteri dal punto di vista della sostenibilità. Gli interventi in questo ambito verranno attuati attraverso un programma di sostegno allo sviluppo economico e sciale delle zone svantaggiate, basato sulla rigenerazione dei piccoli centri e sul rilancio del turismo. Inoltre, mediante il Piano Nazionale Borghi la linea di intervento si concentrerà sullo “smistamento” del flusso turistico verso aree periferiche. Attraverso la voce “attrattività delle piccole città storiche”, emerge poi la volontà di valorizzare i piccoli centri urbani sparsi per l'Italia, ricchi di risorse ma poco noti e quindi poco visitati.

Nello specifico, nel Piano è previsto il supporto di iniziative imprenditoriali e commerciali (ad esempio strutture ricettive, rafforzamento offerta), la riattivazione del tessuto soci-economico dei luoghi e delle tradizioni (es. mestieri antichi, artigianato, conservazione paesaggio), il contrasto allo spopolamento, la riqualificazione degli spazi pubblici aperti, la creazione di nuovi itinerari, l'introduzione di sostegni finanziari.

L'altra direttrice di investimento a finire sotto la lente d'ingrandimento dei borghi è “Protezione e valorizzazione dell'architettura e del paesaggio rurale".

Il mondo rurale italiano ha subito, nel corso degli anni, un violento e inesorabile abbandono che ha prodotto degrado e declino del paesaggio. Dalle cascine ai casolari, passando per le masserie abbandonate, recuperare e valorizzare questi edifici non significherà soltanto riqualificare il paesaggio ma anche creare nuove attrazioni legate al mondo antico, dell'artigianato e del turismo a km 0. Non bisogna sottovalutare il potenziale del mondo rurale: in Spagna, ad esempio, il governo si è fatto portavoce di un accordo per il recupero del patrimonio rurale (approvato) che prevede 130 misure nel quadro del proprio Piano di resilienza.

In sostanza, il PNRR contiene elementi molto interessanti per riqualificare e recuperare i piccoli borghi del Meridione, spesso caratterizzati da fragilità endemiche dal punto di vista sociale, demografico e dei servizi. Tutto dipenderà da come il decisore pubblico penserà di associare le migliori tecnologie implementate per il turismo con i sistemi tradizionali al fine di fornire un servizio utile, accessibile e affidabile. Anche il privato avrà grosse responsabilità nella formazione di iniziative credibili. Superare l'ostacolo apparentemente insormontabile della burocrazia, della distonia urbanistica e della confusione della titolarità degli immobili non sarà semplice ma è indubbio che le iniziative del PNRR siano una “manna dal cielo” per quelle regioni che hanno un patrimonio turistico rurale ubicato soprattutto nei borghi, come la Basilicata. Un'occasione da non perdere.

Donatello D'Andrea

Comments :
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    Lorenzo Peterson
    15th August, 2019 at 01:25 pm
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      Lorenzo Peterson
      17th August, 2019 at 01:25 pm
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